Regia di Simon Wells vedi scheda film
Film confusionario, troppo ricco di elementi (spesso senza un adeguato approfondimento di nessuno), “Milo su Marte” è la storia di un ragazzino a cui la madre viene rapita dai marziani per farne delle eterne baby-sitter. Milo la cercherà a lungo, con l’aiuto di alcuni amici improvvisati, fino a trovarla in un finale di spessore superiore rispetto al resto della pellicola. Anche perché nel finale c’è qualche dialogo valido e l’approfondimento di qualche aspetto nello specifico.
In molti avevano parlato di un piccolo capolavoro, forse perché alla base del progetto c’è Robert Zemeckis, produttore, nonché inventore della tecnica della Performance Capture (già usata in Polar Express o A Christmas Carol), fatto sta che le aspettative sono andate drammaticamente deluse (e gli incassi al botteghino, considerato l’investimento, parlano chiaro). Per quanto la tecnica in sé (non esattamente un belvedere per gli esteti) sia probabilmente la principale responsabile della oggettiva bruttezza di questo film, probabilmente anche l’accozzaglia di fatti e dialoghi, che si susseguono ad un ritmo isterico e confusionario, e l’assenza di personaggi veramente carismatici e che rimangono nella memoria danno il loro contributo tombale.
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