Regia di Jo Baier vedi scheda film
«La morte può essere la più grande delle avventure». Lo pensava Tiziano Terzani, giunto agli ultimi giorni di vita dopo aver inseguito una guarigione impossibile in giro per il mondo che era diventato, intero, la sua patria. La stessa frase, curiosamente, la pronunciava Peter Pan, fronteggiando l’ignoto con gioia incosciente. Non sembri impudente l’accostamento: Terzani era uno spirito libero e felicemente indomito, carismatico e cocciuto un po’ come l’eterno bambino. La pace interiore che emanava, nel rassegnarsi alla malattia che il 28 luglio 2004 l’ha avviato alla sua più grande avventura, permea il dialogo ininterrotto del bestseller La fine è il mio inizio, confessione/testamento consegnato al figlio Folco prima di morire. Spiace vedere la statura di un personaggio come Terzani ridotta a materia da fiction oleografica nelle mani del televisivo Jo Baier: la cornice della Toscana selvatica in cui il giornalista si era ritirato fa da contorno stucchevole a un monotono susseguirsi di confronti con il figlio (Elio Germano, penosamente sacrificato in un ruolo quasi non sceneggiato). Bruno Ganz, enfatico e sopra le righe, carica il personaggio di una vis drammatica che non rende giustizia alla serenità quasi sovrannaturale di Terzani: meglio rivedersi (e riascoltarsi) il vero Tiziano su YouTube.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta