Regia di Luciano De Crescenzo vedi scheda film
Secondo film dell’architetto con la passione per la filosofia Luciano De Crescenzo, dichiaratamente tratto dal suo libro “Oi dialogoi”. L’applicazione di molti concetti filosofici, sdoganati dalla solennità di certe rappresentazioni, vengono applicati alla vita quotidiana del popolo napoletano (così come avviene per i libri del fine dicitore partenopeo). Come già visto nel precedente “Così parlò Bellavista”, di cui questo film rappresenta una sorta di integrazione (non si può parlare di vero e proprio sequel), De Crescenzo cuce assieme numerose storie e storielle a sfondo nazional (o meglio comunal)-popolare, estremamente divertenti e con finalità non pedagogiche ma capaci di far riflettere, secondo schemi da filosofia spicciola. Molte le trovate, i siparietti (specie quelli tra Solli e Casillo), le situazioni che portano a risate grasse, soprattutto per chi coglie appieno tutte le sfumature, specie verbali, dei protagonisti. Gli attori (anche se talvolta con ruoli diversi), le ambientazioni, l’accompagnamento musicale sono i medesimi del film precedente di De Crescenzo, ma non può dirsi un seguito vero e proprio, bensì più propriamente un capitolo complementare.
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