Regia di Luciano De Crescenzo vedi scheda film
Ricordo che ai tempi dell'uscita,a Natale '85,che fu il flop delle feste natalizie,sebbene il precedente "Così parlò Bellavista",uscito la stagione prima,fosse tra i maggiori incassi dell'anno:certo,ci fu lo strapotere del secondo "Rambo",la terza avventura degli "Amici miei",ma se De Crescenzo pensava di bissare l'effetto del suo best-seller letterario portato in modo appiccicaticcio sullo schermo,aveva preso un granchio colossale.Basato,ma parecchio alla lontana,sull'altro libro decrescenziano "Oi dialogoi" (che è una lettura gradevole), "Il mistero di Bellavista" ripropone un'altra esaltazione della "napoletanità" tutto sommato esaltandone la particolarità,la naturale insofferenza alle regole, la filosofia (a dire dello scrittore-regista) insita in ogni napoletano che si rispetti,l'approccio alle cose mai troppo coinvolto e che lascia le cose come stanno,ma in fondo va bene così. Senza pensare che un "omaggio" a Napoli così concepito non lo scriverebbe neanche Borghezio,onde sottolinearne i motivi per cui un leghista non ci andrebbe mai a vivere,e non solo lui. Girato sconclusionatamente,spicciola lezioncine di vita e di "savoir pensèr" con autocompiaciuta,pesante esasperazione del prenderla alla leggera, fatto di stacchetti e siparietti senza gran concatenazione,è andato male al botteghino,e onestamente se lo meritava.
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