Regia di Robert Redford vedi scheda film
L'omicidio di Abraham Lincoln in un palco di teatro da tempo dovrebbe essere portato sullo schermo da Steven Spielberg,che appunto ha in progetto di fare una biografia filmata del presidente che unì definitivamente gli States,e dall'atto eversivo ad opera di John Booth prende il via il nuovo film diretto da Robert Redford,ottava regia dal 1980:è di scena l'accusa ad una donna che ha dato ospitalità agli attentatori,e l'assegnazione ad un ritroso e giovane avvocato della difesa della stessa,tra sanguinaria Ragion di Stato e la voglia di non acuire ancora i dolori ancor freschi della Guerra di Secessione da poco conclusa. Anche se il regista ha negato paralleli con l'America post-11 settembre,con la recrudescenza di uno Stato che volentieri avrebbe fatto a meno di tante regole per imporre una forma di Giustizia molto arbitraria,i collegamenti sono indubbi:in mezzo al potenziale Caos che deriva da una manipolazione dell'opinione pubblica sotto il selvaggio incedere della paura sul comune cittadino,è sempre bene che una Costituzione fondativa del vivere democratico di uno stato nasce soprattutto per gestire momenti difficili come questi. Più film a tesi che dramma umano,benchè gli argomenti ci siano e consistenti,"The conspirator" ha il difetto di non trovare la sintonia del pathos verso lo spettatore,pur se verso la conclusione la pellicola inclinerebbe ad evidenziare l'empatia dei due protagonisti,all'interno di un disperato e crudele gioco del destino e della Storia.Buone le interpretazioni,Redford si conferma cineasta interessante,ma il suo nuovo lungometraggio è più interessante che convincente.
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