Regia di Rupert Wyatt vedi scheda film
Come disse Vasco: "C'é chi dice NO"...
Dopo più di 40 anni la saga de Il pianeta delle Scimmie ritorna degna d'attenzione ed è una piacevolissima sorpresa. Se Schaffner nel 68 realizzò una pietra miliare (poi tirata per le lunghe con i vari prequel/sequel/remake...), Wyatt e soci rimettono la barra del timone verso la direzione giusta. E' sempre bello vedere un blockbuster che da fine a se stesso diventa un veicolo espressivo con tutte le potenzialità sorprendenti che può vantare la finzione cinematografica. Tanto è vero che gli effetti speciali se sorretti da una sceneggiatura di livello sono un grande valore aggiunto, così lo sguardo va oltre come i pensieri: la supremazia umana sul pianeta è vista con sguardo critico ponendosi il problema delle responsabilità sulla genesi catastrofica alla base della serie. La rivoluzione delle scimmie colpisce per vigore politico e turba per come ribalta le percezioni, assumendosi il dovere di far tifare lo spettatore per la libertà e la giustizia. Quindi contro l'umanità... Dunque quell'urlo supremo e assoluto: NOOOO, sciocca per la forza di una convinzione, la forza di un'emancipazione. Cesare è Spartacus, un leader, un eroe idealista di fronte alla sterile avidità umana arrivata all'ultimo step evolutivo: l'autodistruzione. Chapeau!
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