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L'alba del pianeta delle scimmie

Regia di Rupert Wyatt vedi scheda film

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La recensione su L'alba del pianeta delle scimmie

di supadany
8 stelle

Dopo il non troppo apprezzato “Il pianeta delle scimmie” di Tim Burton, la 20th Fox riprende in mano il soggetto scavando nelle radici dalle quali tutta la storia che già conosciamo ha preso linfa.

Il risultato è un blockbuster che oltre allo spettacolo non rinnega importanti concetti universali avvalendosi di riusciti spunti che i mirabolanti effetti speciali rendono ancora più incredibili e coinvolgenti.

Will (James Franco) è un capace ricercatore che facendo degli esperimenti sulle scimmie sta cercando una cura per l’Alzheimer, malattia che affligge suo padre (John Lithgow).

Quando tutto sembra naufragare salva una neonata di scimmia che chiama Cesare e lo cresce come un figlio, portando così avanti i suoi studi di nascosto a casa.

Ma quando l’animale cresce, e diventa incredibilmente intelligente, la sua stanzetta non gli basterà più e messo a contatto con altri primati in cattività darà origine ad una tribù in grado di ribellarsi all’uomo che ovviamente non starà a guardare.

Film costruito in maniera saggia ed oculata, che vanta un buon crescendo narrativo, nonostante ci siano alcuni svarioni nella storia che si potevano assolutamente evitare (troppo facile la fuga dal laboratorio della piccola scimmia, alquanto improbabile che sopravviva all’uccisione della madre, troppo repentineo il cambio di intenti di Will quando lascia il suo incarico).

Ma il succo del discorso è comunque degno di nota, il contrasto tra etica e interessi “ad personam”, che vedono Will portare avanti i suoi studi privatamente per salvare il suo affetto più caro, l’incapacità dell’uomo di convivere rispettosamente con la natura e il contrasto tra risultati scientifici ed interessi economici,  sono tre concetti che senza filosofeggiare troppo sono portati avanti con un discreto successo, rendendoli evidenti e facilmente ricevibili.

Comunque il vero punto forte di questa pellicola rimangono gli straordinari risultati conseguiti con la tecnica della “performance capture” che rendono Cesare (ormai Andy Serkis si conferma ineguagliabile in questo campo) più umano degli umani, intelligente, ma anche sensibile, capace di espressioni incredibili, scrupoloso in ogni sua mossa e nella guida degli altri primati.

La sua evoluzione è poi densa di aspetti singoli e di gruppo che permettono allo spettatore di enfatizzare con i primati tanto che quando arriva l’ora dello scontro il nemico che vediamo sullo schermo siamo noi stessi (sensazione che non capita spesso).

Peccato solo che il film finisca troppo presto (finale apertissimo), ma visto il grosso, quanto inatteso, successo, non credo dovremo attendere poi molto per vederne il seguito anche se poi già sappiamo chi avrà la meglio tra le scimmie e gli umani.

Complessivamente ben fatto, per quanto qualche evitabile difetto non manchi.
VOTO : 7,5/10.

Su Rupert Wyatt

Il suo operato va oltre le mie aspettative.
Progetto decisamente buono che riesce a sviluppare piuttosto bene sfruttando le potenzialità a sua disposizione senza rinnegare  nulla.
Sa gestire lo spettacolo senza mettere all'angolo riflessioni più accurate.

Su James Franco

Charme da vendere e capacità di stare in scena con intenti di profondo impegno sono due qualità che raramente vanno a braccetto, almeno in film come questo ad alto budget.
Decisamente bravo, sa fare sempre la cosa giusta.

Su Freida Pinto

Un pò una bella statuina, ma a parte saper appparire, sa anche dare il massimo delle emozioni possibili che il suo personaggio può offrire.
Non sarà tantissimo, ma era difficile far meglio ed alla fine il suo apporto lo da.
Brava, senza (poter) strafare.

Su Brian Cox

Discreto.

Su Tom Felton

Reduce alla potteriana esperienza, rimane alle prese con un personaggio alquanto perfido.
Tutto sommato è efficace, forse un pò troppo sovraccaricato in qualche scena.
Quasi discreto.

Su Tyler Labine

Piccolo ruolo che non richiede grandi sforzi e che svolge piuttosto bene.

Su Andy Serkis

Parliamo di una tecnica che non è facile valutare, ma vista la resa del suo "Cesare", non si può che fargli grandi, quanto sentiti, complimenti.
Pioniere in questo campo, si è ricavato una fetta di mercato che credo potrà dargli sempre più soddisfazioni anche in futuro.
Tutto meritato.

Su John Lithgow

Bello rivederlo, nel ruolo ci sta tutto (anche perchè non si vedeva da parecchio tempo in un film così importante e visto) ed il suo sguardo sa donare le sensazioni che il suo personaggio deve dare.
Buona prova.

Su David Oyelowo

Attori più scafati avrebbero potuto dare qualcosa di più alla sua sorta di "cattivo", ma lui comunque non sfigura.
Sufficiente.

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