Regia di Rupert Wyatt vedi scheda film
Che amarezza: persino le scimmie sanno mettersi d'accordo e fare la rivoluzione, solo gli italiani non ci riescono. L'alba del pianeta delle scimmie vorrebbe sin dal titolo rappresentare una sorta di sequel del film di Schaffner del 1968, che già ai tempi diede vita a una nutrita serie di pellicole, oltre a un remake inglorioso di Tim Burton, nel 2001; eppure la trama prescinde da quanto raccontato nel Pianeta delle scimmie, se si eccettua quel particolare del titolo di giornale (Lost in space?) che allude alla spedizione spaziale da cui parte la storia della pellicola capostipite della saga. Anzi, a ben guardare il finale sembra voler suggerire che l'estinzione dell'umanità sia stata causata da un'epidemia: bestemmia! E' stata infatti la morte atomica a fare scomparire il genere umano dalla Terra, secondo quanto si era appreso nel corso della serie. Ma è inutile girare attorno a troppi particolari: L'alba del pianeta delle scimmie è un megablockbuster hollywoodiano che non va certo per il sottile, il cui unico motivo di interesse risiede nell'(ab)uso straordinario degli effetti speciali digitali; la 20th century fox sceglie per dirigerlo il semisconosciuto inglese Rupert Wyatt, ma probabilmente dato il buon cast e la minima parte di girato 'reale' del film, dietro la macchina da presa sarebbe bastata anche una scimmia (...). James Franco è bravo, distante anni luce dalle gigionerie richiestegli da Boyle per 127 ore, e al suo fianco ha il veterano John Lithgow, Tom Felton (da Harry Potter), Brian Cox (Troy, La 25esima ora) e Freida Pinto (già vista in The millionaire e in Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni), che purtroppo può mettercela anche tutta, ma risulta sempre e comunque troppo bella per risultare credibile in qualsivoglia ruolo. Dentro al costume di Cesare c'è Andy Serkis (Gollum de Il signore degli anelli), ma pure qui vale il discorso precedente: potrebbe esserci dentro chiunque, anche una vera scimmia, tanto la maggior parte del lavoro è in postproduzione. Sceneggiatura di Rick Jaffa e Amanda Silver, sterminato l'esercito di programmatori che vengono citati sui titoli di coda, ma anche gli stunt non sono pochi. In fondo, visto come semplice omaggio della saga degli anni '60/'70, L'alba del pianeta delle scimmie ha una sua dignità; ma non si chieda molto di più che ciò che Hollywood riesce a dare al pubblico: azione, dialoghi a effetto, buoni contro cattivi e qualche lacrimuccia (perfino negli occhi della scimmia!). 5,5/10.
In un laboratorio americano si sta studiando sulle scimmie un farmaco contro l'Alzheimer; uno scienziato porta a casa un cucciolo, Cesare, che ha ereditato dalla madre il dna 'intelligente' derivato dal farmaco. La scimmietta cresce più intelligente di un bambino, ma un giorno aggredisce, per difesa, un vicino: viene rinchiusa in una specie di zoo con molti suoi simili, ma qui ha modo di organizzare una feroce rivolta delle scimmie.
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