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L'alba del pianeta delle scimmie

Regia di Rupert Wyatt vedi scheda film

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La recensione su L'alba del pianeta delle scimmie

di alan smithee
6 stelle

Girare un prequel di un remake non tanto riuscito ( seppur  diretto da un regista acclamato come Tim Burton) non e' stata certo un'operazione cosi' scontata, date le incognite esistenti e poco gradite agli studios, ora in clima di crisi piu' che mai desiderosi di certezze prima di dilapidare milioni in produzioni che celino anche il minimo rischio. Ancor meno scontato e' trovare nel tipico blockbuster americano un'attore ormai impegnato e colto (il bravo James Franco), nato col film di cassetta ma che da anni ha abbandonato il genere in favore di scelte piu' mirate all'autorialita' e all'impegno, tanto da ricevere una candidatura anche agli ultimi premi Oscar per il buon film di Danny Boyle e da esordire come regista nell'acclamato (e naturalmente inedito da noi) Good Time Max.
Girato con le sofisticate tecniche che hanno umanizzato piu' degli attori veri e viventi il Gollum della saga di Peter Jackson e l'ultimo fantastico King Kong dello stesso grande regista, il film risulta godibilissimo e un perfetto anello di congiunzione per legarci, piu' che al film di Burton (un incidente di percorso), alla mitica serie originaria con Charlton Eston che ha emozionato tanti 40/50 enni di oggi.
Le efficaci scene d'azione tra le nebbie intorno al Golden Gate di San Francisco erano dai tempi di 007 Bersaglio Mobile che non le vedevamo; e ancora suggestive foreste di sequoie che solo una magnifica illusione come il cinema puo' farci credere che si trovino giusto ai confini della grande metropoli sul Pacifico. Si affrontano, toccano o solo sfiorano temi e dibattiti di valore etico sociale davvero imponente: il tentativo di cura di malattie devastanti come l'Alzehimer, l'etica dell'utilizzo di cavie animali per sperimentazioni arrischiate, lo strapotere delle case farmaceutiche; tutto quanto senza rinunciare per un attimo al grande spettacolo, fortunatamente - per una volta - senza l'inutile, costoso e pretenzioso 3d.
E' infine da citare un gradito ritorno dell'attore "depalmiano" John Lithgow, interprete di grande spessore troppo spesso dimenticato o trascurato.

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