Regia di Rupert Wyatt vedi scheda film
"Date a Cesare quel che è di Cesare!".
Citazione semplice,forse banale che spiega però alla perfezione ciò che il Cesar di questo blockbuster cerca,pretende.
Blockbuster. Spogliate per un attimo i filmoni d'oltreoceano che approdano da noi con campagne promozionali asfissianti dai loro roboanti effetti speciali e chiedetevi cosa rimane...nel maggior dei casi poco o niente.
Non in questo. Il film regge grazie a una storia sì lineare ma appassionante, acquistando pathos e vitalità con un capture motion strabiliante tale da rendere quasi inbarazzante la recitazione della plebaglia umana.
Scusabili le poche banalità che affiorano in personaggi minori come lo stereotipato capo del bollito Franco,avido e messo lì sembra quasi per caso o la bella di turno a cui si decide di non regalare nessun spessore particolare.
Bilanciati dalla capacità squisitamente sintetica della migliore Hollywood di riuscire, con poche battute inserite in brevi situazioni, a dipingere un microcosmo a parte come succede nella descrizione della malattia del padre.
Nell'urlo umano di Cesare tutte le rivoluzioni in cerca di sè stessi prendono forma e coscienza.
Averne in questi tempi bui di blockbuster così illuminati con buona pace degli eroi in calzamaglia a due misere dimensioni...
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