Regia di Sean McNamara vedi scheda film
Ispirata a fatti realmente accaduti, la vicenda di "Soul Surfer" gravita attorno alla classica famiglia perfetta che vive felice e contenta in quel delle Hawaii. Un quadretto idilliaco che comprende una coppia di genitori moderni e tre figli modello la cui preoccupazione maggiore è decidere quante ore dedicare al surf nell'arco di giornate che non contemplano altro che un puro e sano divertimento. L'armonia stile spot del Mulino Bianco è però destinata ad incrinarsi nel momento in cui l'ultimogenita - nonché promessa nazionale dello sport acquatico su tavola - perde un braccio per bocca di un famelico squalo. Produzione televisiva straight to video destinata ad un pubblico in cerca di ottimismo a tutti i costi, il film di Sean McNamara è un trionfo incontrollato di buoni sentimenti. Se infatti l'incipit può sembrare vagamente stucchevole, lo sviluppo post incidente, nelle fasi di accettazione e reazione, lo è ancora di più dando luogo a tutta una serie di dinamiche d'amore, sacrificio e spirito cristiano che hanno dell' imbarazzante. Un teen drama inconsistente e scollegato dalla realtà che, nonostante un cast di lusso (Quaid, Hunt, Sorbo, la stessa Anna Sophia Robb, convincente nel ruolo della giovane e sovrumana protagonista) e qualche discreta sequenza di gara a cavallo di belle onde, soccombe sotto i colpi di una morale spicciola che lo fa apparire più come una parabola evangelica piuttosto che come un lucido e credibile resoconto di un tragico evento.
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