Regia di Stefano Pasetto vedi scheda film
Sarà pure una coincidenza, non dico di no, o meglio ancora il segno tangibile di una crisi che irrompe insieme alla bella stagione con fatale sinergia, ma sta di fatto che in sala eravamo solo in tre, uno qua, uno lì e uno là. Tre uomini, di cui almeno uno doveva aver mangiato pesante stando al russare pesante, alla faccia della femminilità del film e delle sue femminilissime tematiche….
Mentre tutte le donne della mia città se la spassavano sul lungomare lappandosi i primi coni gelato della prematura estate, io, Porthos e Aramis ci siamo rinchiusi in una piccola sala periferica e ci siamo visti questo “Il Richiamo”, stranamente pubblicizzato ben al di là del normale rispetto a film equivalenti dal punto di vista distributivo e/o artistico. Per parte mia, il richiamo vero, più del fermento giornalistico che ha accompagnato l’uscita, è venuto dalla signora Ceccarelli, dama vera del nostro cinema, e dalla sua giovane compagna di lavoro (la signorina Inaudi) della quale ho apprezzato quel poco che ho visto, e che soprattutto pare essere una signorina davvero simpatica. Dalle due, se si esclude la sciagura del doppiaggio che arriva ad investire anche i film italiani (se non è recessione questa….), non sono rimasto deluso, mentre dal film, che pure non mi è dispiaciuto, avrei volentieri tolto una bella percentuale di cervelloticità e di onanismo mentale, e perché no anche la digressione saffica la quale non è servita neppure a tenere sveglio l’amico di due file dietro….
Una buona regia e una bella storia. Location forse esagerata e qualche foca monaca di troppo. Sostanzialmente buono, ma niente di eccezionale.
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