Regia di Stefano Pasetto vedi scheda film
Due donne che non potrebbero essere più diverse: entrambe di origine italiana, Lucia (Ceccarelli) che vive chiusa con quella sua mutria sempre triste (dal suo esordio sul grande schermo la Ceccarelli non ha mai cambiato espressione) in una gabbia dorata con un marito medico (Bordon) che la tradisce e che a stento riesce ad accettare il suo impiego come hostess di volo. Lea (Inaudi), all'opposto, è un'operaia che prende la vita con leggerezza, è solare pronta al cambiamento. con la complicità di alcune lezioni di piano, le due intraprendono insieme il viaggio che Lea aspettava di fare da tempo, in Patagonia, a contatto diretto con cetacei e pachidermi. Per Lucia sarà anche l'occasione per una vera rinascita, dopo la minaccia di un cancro che sembrava irreversibile.
Come nel suo film d'esordio, Tartarughe sul dorso, anche in questa opera seconda il regista Stefano Pasetto sparge simbolismi, cerca il lirismo a tutti i costi, dissemina indizi gratuiti (la mano martoriata di Lea, il rapporto costante e ai limiti del morboso di questa con un padre che non si vede mai, la necessità continua del marito di Lucia di ricorrere al collirio, una nave da restaurare per chissà quale viaggio), tanto più irritanti quanto finalizzati unicamente a vellicare la curiosità dello spettatore per poi lasciarla insoddisfatta. Un'opera fortemente irrisolta, che perde il controllo degli elementi filmici essenziali (la direzione degli attori in primis) per concentrarsi unicamente su un lirismo posticcio e forzoso che sembra voler riecheggiare le atmosfere care ad Antonioni.
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