Regia di Todd Phillips vedi scheda film
È successo di nuovo. Questa volta in trasferta orientale. Era il turno di Stu, quello pacato e coscienzioso, eppure non c’è stato nulla da fare. Un matrimonio implica necessariamente un addio al celibato e se il branco si riunisce per una birretta sulla spiaggia, il risultato può essere uno solo. “Una notte da leoni 2” riprende inevitabilmente lo stesso meccanismo narrativo del primo capitolo: blackout con risveglio traumatico e percorso a ritroso per scoprire i misfatti di una notte brava e risolverne i relativi disastri. Phillips scommette ed investe sulla sua gallina dalle uova d’oro e porta a casa il risultato in comodità (perlomeno in questo seguito tailandese, per il terzo staremo a vedere) . Stessa squadra dell’andata, stesso modus operandi sboccato e casinista, qualche significativa variazione al plot. Tutte azzeccate peraltro, a partire dalla torbida Bangkok sullo sfondo – scenario tanto stereotipato quanto perfetto per le scorribande allucinate dei nostri eroi – per arrivare ad un coinvolgimento più attivo dell’incontenibile Mr. Chow (una vera e propria mina vagante). Fra tatuaggi alla Tyson, scimmiette pusher, sortite in strip club equivoci e monaci votati al silenzio, si ride in più di un’occasione e nella seconda parte c’è spazio anche per un’apparizione di lusso da parte di Paul Giamatti. Scongiurato il rischio di un’anonima ripetitività, non rimane altro che lasciarsi guidare da quel marpione di Cooper attraverso gli eccessi incontrollati di Helms e le trovate autistico-distruttive di Galifianakis. Non male per un sequel, si è visto e si vede di peggio.
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