Regia di Neil Burger vedi scheda film
Bella droga l’NZT. Lucidità mentale della coca, mancanza di fame e stanchezza delle anfetamine e quel tocco psichedelico da acido, il tutto in una sola pasticca trasparente. Le case farmaceutiche ancora non l’hanno messa in commercio e quindi viene venduta sottobanco. Conferisce al cervello umano le sue piene potenzialità. Eppure la frase di Eddie Morra, dopo la prima assunzione, rimanda al satori, l’illuminazione buddista, cioè alla completa lucidità, segno che la migliore droga è proprio quella che l’uomo può scoprire dentro se stesso. La piena e lucente consapevolezza del proprio essere.
La caduta nella dipendenza di Eddie, la scimmia che arriva (ennesima variante del tossico che farebbe di tutto per la sua dose), la scalata al potere, le paranoie striscianti di uno Stato controllato dai banchieri, gli investimenti finanziari, il mercato libero, dimensioni spaziotemporali fatte di numeri e codici, denaro.
Limitless immerge in immagini acide (i tunnel senza fine delle visioni, l’infinitamente grande nell’infinitamente piccolo) una trama che perde poco alla volta la sua coerenza per seguire il ritmo molto tirato della narrazione. La voce di Morra racconta la propria storia, a volte attraverso invenzioni visive del regista altre in maniera più tradizionale, un semplice narratore, non a caso all’inizio della pellicola lo vediamo nelle vesti di scrittore fallito (e mediocre) alla ricerca di ispirazione.
Film d’azione lisergico e divertente, Limitless, mescola insieme diversi generi, segno che in fase di scrittura ci si è appoggiati molto di più alle convenzioni che alla sperimentazione, giocando sulla curiosità dello spettatore medio poco esperto del vasto mondo delle droghe che avrebbe a disposizione fuori dalla sala. Perché è nella reale conoscenza delle sostanze (e non nella paura e nell’ignoranza) il solo modo di non averne nessun bisogno.
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