Regia di Kevin Macdonald vedi scheda film
La scomparsa della Nona Legione in Britannia ha dato adito a molte ipotesi, congetture, leggende. Due i film, praticamente usciti in contemporanea, che si sono ispirati alla vicenda: Centurion e The Eagle. L'Aquila del titolo è sia il noto simbolo di Roma, un vessillo d'oro che rappresenta onore, coraggio e virtù, sia il nome del protagonista, un condottiero figlio d'arte, sulle tracce del padre morto in battaglia. Prima parte del film da assalto al fortino e ferite di guerra, seconda da legami famigliari e guarigioni, terza da missione impossibile, redenzione, libertà. Gli uomini foca, spietati barbari, sono qualcosa di simile ai pellerossa più feroci. Lo schiavo, alleato e amico del protagonista, diviene parte fondamentale della storia, sovvertendo i ruoli sociali e riempendo di nuovi significati i vincoli di fedeltà reciproca. Una pellicola spettacolare, ambientata nei paesaggi selvaggi e magnifici della Scozia, ben fotografata. Qualche limite dovuto a mancanza di ambizioni e coraggio d'insieme ma un risultato assolutamente accettabile per una serata d'azione in compagnia dei legionari romani alla conquista del mondo.
Recensione alternativa:
La prima sensazione vedendo entrare in scena tale Channing Tatum è che il tizio in questione non ha nulla di romano. Si rincorre per tutta la visione il fantasma del Gladiatore Crowe con quella sua testa più verosimilmente romana, pur se di provenienza oceanica. Marco Aquila all'inseguimento dell'aquila d'oro non è malaccio come soggetto, con il ragazzone che cerca di redimere la sua famiglia e recuperare in contemporanea il perduto onore di Roma in terra di Britannia. Gli scenari sono suggestivi e maestosi, i personaggi tagliati con l'accetta ma accettabili, le scene ben manovrate. Manca una certa epica alla Milius, qualche coraggiosa virata visiva o visionaria, una presenza femminile che avrebbe forse giovato all'insieme, ma ci si diverte e si segue la vicenda con discreto trasporto. Concretezza e avventura senza troppi fronzoli. I barbari sono spietati guerrieri, ottimi corridori e ottusi pagani, i romani già invischiati nelle sabbie mobili della politica. Schiavo e padrone si scambiano i ruoli e alla fine libertà sia ...ma non quella urlata in punto di morte da Wallace.
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