Regia di Florent Emilio Siri vedi scheda film
Un argomento spinoso per i francesi, ed il cinema non è molto ricco di film su questo genere, l’idea di farlo è venuta proprio all’attore principale Magimel, che era stato da sempre affascinato da questa guerra in cui i mass media francesi avevano sempre poco insistito e parlandone con Patrick Rotman, già autore di un documentario intitolato proprio come il film in originale, lo coinvolse per la scrittura del soggetto, attenendosi meno ai fatti concreti, ma alle sensazioni ed al pensiero della guerra stessa, tenendo conto dell’argomento stesso che sconvolse la Francia e la mise di fronte ad un problema sensibile, dato che l’Algeria era ritenuto come territorio francese e non colonia, e questa disquisizione fa parte stessa di un tratto del film. il regista ha lavorato accuratamente sui personaggi, dando un senso specifico al titolo stesso, che alla fine del percorso trova il nemico in sé stesso, una scavo nel problema che, appunto, riteneva l’Algeria territorio francese, ma eludendo del tutto i nativi, quasi cancellandoli come intrusi, pur avendoli da sempre sfruttati nel momento del bisogno, guerre ect, come cittadini francesi. Il film affronta la pazzia della guerra, quasi con un tono alla Kubrick e non punta in assoluto sulla spettacolarizzazione di questo nel versante classico dei modi, e proprio per questo in Francia non ha avuto l’accoglienza che doveva, precludendolo ad una distribuzione normale, che ha pesato anche in Italia, non essendo mai uscito in sala.
una storia intima, che non spettacolarizza
ha saputo raccontare al meglio uno stato d'animo ed una presa di coscienza, con tutte le sue contraddizioni
uno sgaurdo che comp0leta il discorso del regista e della storia
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