Regia di Florent Emilio Siri vedi scheda film
che differenza tra le notizie che vengono date dai cinegiornali e le esperienze sul campo. che differenza tra azione umanitaria per portare pace, sviluppo e sicurezza alle popolazioni locali e la guerriglia tra ribelli e esercito coloniale. e quelle bandiere che vengono scosse dal vento. cosa un un pezzo di stoffa colorato può rappresentare al cinema. Siri si conferma un buon regista. cos'altro si può dire su una guerra ancora? oggi? quando si parla di guerriglia psicologica, dove interi villaggi vengono sterminati per "monito". e gli algerini che decidono di passare dalla parte della francia e non si sentono di appartenere a nessuna delle due parti. quando poi ancora si parla di "parti". il sergente buono, con la faccia buona che arriva da volontario e viene trasformato nell'ennesimo reduce incapace di vivere la vita normale familiare dopo gli orrori a cui ha partecipato. ma i gasdotti devono portare il gas alla madre patria, una madre patria che avrà difficoltà a riconoscere sia gli algerini quanto i reduci francesi, una madre patria che conosce solamente la normalità di una vita da occidentale lontano da povertà, ribelli e guerre o azioni di pacificazione. e poi comunque quando si parla di guerra, si parla di un mondo a sè, che non dovrebbe esistere ma che c'è. è una parte di noi, che fa è parte di noi dai primordi e di cui non ci libereremo mai. da reputarci fortunati finchè se ne parla dopo aver visto un bel film, di gente in grado di affrontare i propri scheletri negli armadi.
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