Regia di Mario Caiano vedi scheda film
Giallo minore del sottovalutato Mario Caiano, che trova lo spunto di realizzazione nella villa di proprietà del produttore Lionello Santi. Buona parte del film, infatti, ruota attorno a questa proprietà immobiliare che si affaccia sul mare. Caiano, probabilmente da solo, stende il copione in poco tempo in modo da sfruttare le scenografie. Ne viene fuori un thriller psicanalitico (c'è anche un quadro che, prima di Profondo Rosso, fornisce dettagli su un omicidio) incentrato sulla ricerca di uno psichiatra, dai modi e dalle passioni alquanto discutibili, scomparso nel nulla. A condurre le indagini una giovane ragazza, paziente del medico, e un ex gangster che intende riprendere possesso della villa perduta per via di un traffico di loschi affari. In un clima hippie, dove abbondano nudi femminili, personaggi con turbe sessuali e persino transessuali che celano la loro natura maschile, si arriva all'inattesa soluzione finale, sebbene il visionario prologo avesse dato un piccolo indizio allo spettatore. Non proprio male, sebbene la parte centrale soffra di qualche caduta di ritmo. Presenti anche un paio di momenti da slasher con coltelli che saettano in aria e terminano la loro corsa, ripresi in primo piano, nella schiena della malcapitata vittima.
Adolfo Celi e Alida Valli tengono alta l'attenzione e sopperiscono a una protagonista, Rosemary Dexter, un po' deboluccia. Cammeo per Horst Frank, spesso presente nei film di Caiano, a cui sono riservate pochissime battute. Presenti poi Sybil Danning, che diventerà un'eroina del home video americano anni ottanta, e l'ottimo e turbato Franco Ressel.
Da ricordare due sequenze di matrice labirintica:quella di apertura e quella in cui la Dexter finisce con l'aprire una porta di un convento abbandonato che si apre sul vuoto. Vedibile.
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