Regia di Krzysztof Kieslowski vedi scheda film
Trovare la tranquillità, farsi una famiglia: facile a dirsi, molto meno a realizzarsi, nella Polonia degli anni settanta. Per questo film, che lo precede, si può ripetere quanto affemato a proposito del Cineamatore: attraverso il suo occhio "clinico", da documentarista, l'Autore va in cerca della Verità (almeno quanto Antek cerca la sua tranquillità), realizzando un bel cinema "operaio" - anche per l'argomento - e morale al tempo stesso. Qui Kieslowski utilizza un personaggio che forse è fin troppo emblematico (l'ex carcerato) per rappresentare le difficoltà della ricerca di una normalità troppo spesso impossibile. Lo sguardo del regista è comunque impietoso e ricorda le pagine migliori di un nostro Autore, anch'egli proveniente dall'esperienza del documentarismo industriale: Ermanno Olmi.
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