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Due coppie di amici decisono di staccare per una settimana, trascorrendo una vacanza in piena Foresta Nera, presso un cottage completamente privo di collegamenti con il mondo esterno e la società moderna.
Questo almeno fino al momento in cui, in uno sgabuzzino, i due uomini trovano un televisore, e decidono di riesumarlo ed aggiustarlo in modo da non perdersi una importante partita di calcio.
Sarà l'inizio di un vero e proprio incubo ad occhi aperti, perché il televisore comincerà ad accendersi e spegnersi a proprio piacimento, trasmettendo programmi e filmati fortemente ingannatori, atti a creare scompiglio e false verità tra la ristretta cerchia di amici, che perderanno poco per volta la fiducia ognuno nei confronti dell'altro, anche e soprattutto all'interno di ogni coppia, fino a mettere in atto una sorta di autodistruzione dall'ispirazione sacrificale. Come sempre o quasi accade in queste circostanza, la verità risiede addentro agli oscuri segreti che hanno caratterizzato i luoghi e le stanze di quella magione nel passato, teatro di violenze da parte dei precedenti abitatori dell'antico casolare montano.
Il film di Gert Steinhermer sfrutta la potenza scenografica severa e seducente della bella e celebre foresta tedesca che dà titolo al film, per creare nello stato d'animo dello spettatore quel clima di ansia e paura consono al genere e alle circostanza.
La trama tuttavia si infittisce sin troppo, accatastando elementi ed indizi, per sviscerarsi nei consueti percorsi al massacro in stile horror, senza essere in qualche modo supportata dalla recitazione, un po' troppo consueta, dei quattro protagonisti, ognuno dei quali coinvolto suo malgrado a rendere personaggi piuttosto prevedibili e consueti.
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