Regia di John Curran vedi scheda film
In lingua originale è accettabile. De Niro è il solito (cioè grande), Norton in originale ci perde solo, e la Jovovich, in fondo, tra le finte bellissime del cinema non e la peggiore e se ne si sopportano gli innaturali dentoni si fa apprezzare. Peccca rilevante del film è la scarsa cura nel passaggio della relazione Jovovich-De Niro che evolve da fredda e formale a din troppo passionale, mentre un applauso va riservato al casting che ha scovato in Enver Gjokaj, per il breve prologo iniziale, il perfetto DeNiroGiovane come meglio non si poteva. Per il resto il film poggia un po' troppo sui dialoghi a due in carcere tra De Niro e Norton, alla fine piuttosto noiosi e scontati anche quando si vuole inscenare la rivoluzione spirituale di Norton, ha qualche scarto narrativo non proprio felice (l'incendio alla casa di De Niro), ma sostanzialmente è un film che si lascia vedere, senza troppi sussulti però.
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