Regia di Emanuele Crialese vedi scheda film
Pare che il candidato italiano nella corsa agli Oscar per l'anno prossimo sia "Terraferma",presentato a Venezia al Festival,e piaciuto molto alla critica,sorpassando "Habemus Papam" di Moretti.Il cinema di Crialese è una realtà oramai,molto amato dai recensori,ed è vero,purtroppo,che oggi,in una fase considerata di rilancio per le fortune dei film nostrani,quelli d'autore patiscono la distribuzione e la disaffezione del pubblico, e difatti la pellicola fatica con gli incassi.Ma c'è da dire che la scelta non è peregrina,al di là dei gusti personali e della comunque importante affermazione del lungometraggio dell'autore de "La messa è finita". Se in "Terraferma" forse manca qualcosa per arrivare alla zona-capolavoro a livello narrativo,più che altro perchè si ha la sensazione,in alcuni momenti,che la storia si misuri anche troppo,probabilmente per evitare la trappola-retorica o impedirsi la via della lacrima facile,si può dire che siamo comunque dalle parti del grande cinema,di quello che ha le radici nel neorealismo,con una potenza d'immagini che abbaglia,vedere ad esempio la sequenza dei naufraghi giunti sulle rive, o degli stessi che escono dall'acqua tendendo le braccia come dannati nello Stige,ed ancora la sequenza immortalata nel manifesto,in cui un reducismo post-anni Ottanta di spensieratezza assoluta ed obbligatoria si traduce in un tuffo collettivo in un mare di Niente.Straordinari gli apporti di volti e silenzi,più che i dialoghi,di Donatella Finocchiaro e Mimmo Cuticchio:un'opera importante,che traccia solchi nello sguardo dello spettatore (ancora:quella barca come incastrata tra le onde nel finale,che quadro imponente) e ottiene una commozione quasi non cercata nel rapporto ruvido e toccante tra le due donne della storia,la siciliana restìa a piangere e l'etiope intensa,ferita eppure fortissima. Difficile alzarsi dalla sedia indifferenti a questo film.
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