Regia di Emanuele Crialese vedi scheda film
In un’isola non meglio precisata del Mediterraneo sta per arrivare la stagione estiva. Filippo (Filippo Pucillo) ha vent’anni, è orfano di padre, ha una madre, Giulietta (Donatella Finocchiaro), dolce e tenace, un nonno con cui va a pesca giornalmente per tirare a campare (Mimmo Cuticchio) e uno zio (Beppe Fiorello) che lo sprona a diventare più “uomo”. Durante una battuta di pesca, Filippo e il nonno salvanoalcuni clandestini dal mare, tra cui una donna partoriente e il suo bambino più grande. Contro la legge, decidono di ospitare per qualche giorno la clandestina aspettando che si riprenda dal parto. Intanto sull’isola sbarcano i primi turisti, e Giulietta affitta la propria casa a tre adolescenti del Nord a cui spetta a Filippo fare da “guida” sul posto.
Terraferma è una storia semplice, anche fin troppo buonista, che vuole mettere in risalto l’umanità e la generosità del popolo comune nei confronti dei più deboli, dove i “cattivi” sono solamente gli esecutori dell’ordine pubblico, qui impersonati dal capitano della Guardia di Finanza Claudio Santamaria. Crialese fa un cinema d’immagini che stavolta stride con la pochezza della trama e la scarsità di impegno profusa per tentare di andare un po’ oltre il semplice attacco alle assurde leggi sull’immigrazione o l’esaltazione del buon cuore degli isolani (non viene mai fatto il nome, ma è piuttosto chiaro si riferisca a Lampedusa). Ci si aspettava di più.
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