Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
Quando si nota che un sequel, prequel o remake genera negli spettatori curiosità, ecco che fanno la loro comparsa cinematografica lavori che chiunque li abbia, mentalmente prima e praticamente poi, generati poteva anche risparmiarsi cotanta “fatica”. La pellicola che mi trovo a giudicare è un esempio lampante di inutilità creativa con alla base la classica “buona idea” malamente sfruttata dallo sceneggiatore o mal rappresentata dal regista o mal interpretata dagli attori incapaci di rendere l’intenzione che è alla base del film. Quel “sotto il vestito niente” del titolo, usato come esca è semplicemente uno specchietto per le allodole visto che, non indica la nudità del corpo ma di sentimenti, una morale onorevole ma che non arriva, come dovrebbe, a chi guarda. Ben consci della capacità del regista di creare commedie all’italiana, non sorprende la disturbante presenza di personaggi estranei al contesto drammatico che viene rappresentato, ridicolizza qualcosa che poteva risultare buono. Ultimamente mi è capitato di riscontrare questa lacuna in diversi film, non solo di produzione italiana, in cui ci sono, alla base, idee originali, che però non vengono utilizzate ed elaborate nel modo opportuno, in questo mondo ormai vittima di un cinema compulsivo che pensa solo al botteghino.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta