Regia di Shawn Levy vedi scheda film
Rocky incontra i pugili robot con una famiglia da (ri)costruire alle spalle.
Giocattolone che si fa prendere troppo la mano dalla componente prettamente tecnica, comunque davvero considerevole, non sviluppando in maniera esauriente quella umana che nella sua semplicità presentava (e comunque in parte mantiene) connotati di facile presa che senza troppi sforzi potevano essere resi molto meglio.
Charlie Kenton (Hugh Jackman) gira per gli States col suo robot da combattimento, ma tutto gli va sempre storto finendo con l’accumulare parecchi debiti ed incrinare il suo rapporto affettivo con la bella Bailey Tallet (Evangeline Lilly).
Ma poi un giorno s’imbatte in Max (Dakota Goyo), il figlio che non ha mai voluto con se, e con lui le cose cominceranno a girare in maniera diversa.
Troveranno un nuovo scassatissimo robot, che saprà dare, grazie al loro contributo umano, risultati inimmaginabili facendosi valere sul ring contro avversari sulla carta molto più forti.
Ispirato ad un racconto breve di Richard Mateson, il film vanta alcuni pregi (come un pizzico di umorismo), ma anche lacune evidenti (alcuni passaggi affrettati, come il ritrovamento del robot nella discarica al quale basta un niente per tornare funzionante quando averne uno costa parecchio).
Il rapporto padre figlio ricorda storie già viste (“Over the top”), ma grazie alla spavalderia di Jackman (una faccia da schiaffi come poche altre ce ne sono in giro) ed alla freschezza del ragazzino funziona piuttosto bene per quanto ad un certo punto prevalga troppo il lato dei combattimenti tra ammassi di ferro.
Questi sono senza dubbio ben fatti, ma se nella prima parte del film occupano il loro spazio senza precluderlo al resto (che anzi rimane preponderante), ad un certo punto prevalgono quasi completamente.
E’ così che il finale rimane l’anello più debole di tutta la vicenda, senza andare apertamente oltre al mero risultato “sportivo”, insomma mi sarei aspettato di ricevere qualche delucidazione in più sul futuro dei tre protagonisti, oltre a Charlie e Max, anche per quanto riguarda Bailey.
Ed è un peccato, perché pur mostrandosi in modo semplice e diretto i caratteri in gioco sono abbastanza stimolanti, messi in campo con scaltrezza, adeguati per ottenere il riscontro del cuore che in una storia come questa, seppur futuristica e venata di fantastico, vuole la sua parte che non viene ottenuta appieno.
Per il resto la confezione è scintillante (visione in bluray assolutamente superlativa per qualità) e il grado di dettaglio è elevatissimo, come il marchio Disney impone nelle sue produzioni più importanti.
Insomma si poteva fare facilmente di meglio, magari limando un po’ il minutaggio e soprattutto dedicandosi un po’ di più nel finale sul contenuto, così com’è invece il film non sarà certo da cestinare, ma gli manca qualcosa, più che altro decide volutamente di orientarsi con decisione su una direzione che da sola finisce col non ripagare.
Sufficiente, ma bastava un minimo di accortezza in più per uscirne vincitori e non solo sul ring.
VOTO : 6/10.
Meglio del solito, ma la sua non mi è parsa per niente la scelta migliore per dirigere un progetto come questo che aveva molte possibilità espressive in più (senza poi dover snaturare la confezione che aspirava al grande pubblico).
Con maggior talento se ne poteva cavare fuori molto di più.
Appena sufficiente, il che, in questo caso, vale come una mezza bocciatura.
Il ruolo, almeno per come è presentato, gli calza piuttosto bene.
Presuntuoso, vagabondo, perenne sconfitto, ma anche vagamente simpatico, si diverte lui per primo ed il risultato lo è per il pubblico.
Discreto.
Piccola parte, nella quale non sfigura.
Sufficiente.
Carina e molto alla mano, avrebbe forse meritato più spazio.
Così rimane quasi sempre sullo sfondo e non può fare più di tanto.
Pienamente sufficiente.
Abbastanza caratteristico, ma anche lui viene chiamato in causa assai di rado.
Sufficiente.
Piccolo ruolo che non aggiunge niente di particolare.
Sufficiente.
Statuaria, ma con poco altro da aggiungere.
Piccolo ruolo che non aggiunge niente di particolare.
Sufficiente.
Un pò uno stoccafisso, ma la parte probabilmente solo quello richiedeva.
Tutt'altro che memorabile.
Bambino vispo e partecipe che offre un più che onesto contributo alla cusa.
Simpatico e disinvolto.
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