Regia di Peter Jackson vedi scheda film
Nel secondo capitolo della trilogia prequel de 'Il signore degli anelli' assistiamo al seguito delle avventure dei 13 nani, capeggiati da Thorin (Richard Armitage), in cammino verso il regno di Erebor per tentare di liberarlo dal drago Smaug, assieme all'hobbit Bilbo (Martin Freeman), al mago Gandalf (Ian McKellen, doppiato dall'invadente voce di Gigi Proietti), che poi prenderà un'altra strada, in lotta con orchi, in dissidio con gli elfi, tra cui ritroviamo il precisissimo arciere Legolas (Orlando Bloom) e la caparbia Tauriel (Evangeline Lily).
'Lo hobbit: la desolazione di Smaug' conferma le tante perplessità riscontrate nella prima parte, rivelandosi più un'operazione di marketing, molto redditizia, che un'esigenza creativa da parte di Peter Jackson, dato che la seconda puntata di questa trilogia ben poco aggiunge a quanto già detto e visto nella prima, compiutissima e molto riuscita: non si tratta certo di un film brutto o malamente diretto, dato che la mano di Jackson per questa commistione tra dark, fantasy e avventura è ancora sicura ma è tutta l'atmosfera che si respira, i personaggi, il viaggio pieno di ostacoli come forma di conoscenza di se stessi e percorso formativo, tutti elementi rimasticati che, la prima volta creano stupore ed ammirazione, ma la seconda freddezza e noia.
Ogni singola sequenza è girata con grande cura dei particolari, le location, come sempre, sono di estrema bellezza e il lavoro degli scenografi è grandioso ed il livello raggiunto dagli effetti speciali è elevato, ma nonostante ciò, manca il senso di stupore, a causa della ripetitività delle situazioni.
Tra una pausa e l'altra due magistrali sequenze degne di nota: la vorticosa fuga dei nani nelle botti lungo il corso d'acqua, con il consueto accumulo di eventi e personaggi tipico dello stile di Peter Jackson e, finalmente, quella con il drago Smaug (in originale gli dà la voce Benedict Cumberbatch), nel lungo finale, e il suo susseguente volo verso Pontelagolungo, che si tronca nella maniera più netta in assoluto.
Per appassionati della saga di Tolkien.
Voto: 6.
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