Regia di Peter Jackson vedi scheda film
Sarebbe forse auspicabile giudicare un'opera d’arte, un libro, una composizione musicale, un quadro, per quello che è, senza essere condizionati da niente che non sia l'opera stessa, ma non è semplicemente possibile, così come non è possibile essere oggettivi. E probabilmente non è nemmeno giusto. Ergo, non si può guardare questo film facendo finta non sia mai esistita la trilogia del Signore Degli Anelli, e senza fare un paragone con quella. E quella ha colpito al cuore milioni di appassionati, passa per “l’originale”, e all’originale ci si affeziona, e viene spontaneo considerare un epigono come una copia. Il confronto in verità non è peregrino: qui come là abbiamo un Hobbit, un viaggio pericoloso, una compagnia, un re spodestato che vuole riconquistare il proprio regno, una montagna come meta del viaggio, l’Anello, e ritroviamo un sacco di facce conosciute: Bilbo, Gandalf, Gollum, Galadriel, Elrond, Saruman e anche una breve apparizione di Frodo. E della precedente trilogia ci sono anche la musica, la fotografia, gli effetti speciali, i mostri, i combattimenti, le fughe, gli inseguimenti, le situazioni, l’ironia, il cameratismo, e tutto il resto. Meno una cosa: la sorpresa.
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