Regia di Peter Jackson vedi scheda film
Premessa,faccio parte di un esigua minoranza che ha commesso "l'eresia" di non aver visto la "Trilogia dell'anello",dato che il genere fantasy ha abbandonato le mie "corde" cinefile dai tempi infanti-puberali.Ho sempre avuto la predilizione per i film piu' reali,anche se non disdegno il tocco surreale,preferisco le tematiche viranti sul realismo,sulla gente "comune",su regie magari didascaliche."De gustibus" direte voi,il mio è pero' un "pregiudizio" aprioristico,i film Fantasy rappresentano un po l'immersione in universi fiabeschi,di un fatato mai precostituito,di quelli trasognanti."Lo Hobbit" è stato un po l'inversione di tendenza,per me almeno, dato che ha stimolato la mia sana curiosita',se ne parlava da due anni,di elfi,nani,trolls,draghi nati dalla fertile fantasia della penna "celtica" di Tolkien.Una mitologia potente e strabiliante,di personaggi popolanti fantasie infantili,di quelle che non ci abbandonano mai.Il viaggio che mi aspettavo,questo è stato "Lo Hobbit" ,un invasione di campo nello "sconosciuto" mondo di Erebor o Eragon,di draghi cattivi saccheggianti il tesoro dei nani.Poi ci sono i Bilbo Baggins di turno,un "Hobbit" goffo e simpaticone,con la schiera di nani al seguito,rumorosi,grotteschi e camerateschi.Il loro capo è il carismatico "Quordiquercia" barbuto nano,un barbaro fantasy,una sorta di "Braveheart" delle terre di mezzo,nemico giurato di Orchi mostruosi e cattivi o di Trolls minaccianti "grigliate umane."Un gruppo alla ricerca di una terra spodestata e di un tesoro,una ricerca spasmodica coadiuvata dal "deus ex machina" Gandalf.Il mio incontro col magico mondo di Tolkien è avvenuto cosi,in una sala piccola a contatto col fatato e tribale mondo celtico,colorato dalla regia ambiziosa di Jackson.Iniziero' da qui e non vedro' la "Trilogia dell'anello" (almeno per ora),voglio gustarmi il prequel per arrivare al "sequel" antesignano,che ha sfatato i tabu' del cinema classico,rivoluzionandone tematiche e tempi,segnandone il passo ad un era digitale e computerizzata.Non amo il virtuale o il digitale,che sia nel reale o al cinema,rappresenta un po l'"uccisione" di una poetica artigiana,di quella che contraddistingueva il cinema B-movie dei Bava,Fulci o Corman.Ma il progresso significa questo e noi spettatori siamo il "fiume che scorre" nell'antologia da cinema "computerizzato"."Lo Hobbit" è parte di una schiera moderna,da "stil novo",ridondante nell'intento e seducente nell'immaginario.I mondi fatati sono quelli sognati da bambino,disegnati,scarabocchiati su un foglio e colorati a pennarello.Il fascino è tutto nell'ironia da "allegra brigata" delle sue figure,simpatiche e parte di noi,pupazzi mostruosi di quelli che toglierebbero il sonno ad un infante.A noi piace cosi',magico giocattolone,"blockbuster" autoriale,filmone natalizio,"scarabocchio" infantile,studiato e riciclato nei personaggi,fantasioso e visionario pezzo di un tempo sconosciuto,eppur moderno nei passaggi,vedi "droghe" in pipa o funghi allucinogeni."Lo Hobbit" non sottrae nulla,ma aggiunge,disegna e colora un foglio bianco,quello di un banco da scuola materna,frizionato dalla penna visionaria di Tolkien.Il mio approccio al "NeoFantasy" è stato cosi':,puro e disincantato,divertente ed esaltante,proprio l'ideale in una fredda e piovosa serata pre-natalizia......
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