Regia di Gianni Amelio vedi scheda film
quando ad un anno di distanza, lo scrittore cormery torna in algeria, "esiliato" per le sue idee, trova la città molto cambiata. è passato solo un anno, ma in quell'anno tante cose sono cambiate. lo scrittore diviso tra la sua vita a parigi con moglie che soffre "di quella malattia che non da febbre ma ti toglie le forze e la voglia di vivere" e figli, e la sua vita in algeria dove ha ancora la madre("la francia è bella, ma non ci sono gli arabi" dice) è tornato alla ricerca delle sue radici in un periodo storico dove purtroppo la convivenza tra coloni e colonizzati diventa un'insostenibile tensioni tra occupati e occupanti. e anche cormery viaggia alla ricerca del suo passato un pò come un grande che torna alla casa di campagna di quand'era piccolo e fatica a riconoscere qualsiasi cosa, semplicemente perchè tutto è cambiato. la casa c'è ancora, ma chi ci abita non si ricorda perchè i genitori sono tornati in francia e non ne vogliono sapere più niente dell'algeria. il desiderio dello scrittore di difendere a tutti costi quella che lui crede essere la sua terra(l'algeria)commistionandola e confondendola con una terra patria che non esiste(l'algeria francese) fa sempre più a pugni con la sua necessità di tornare anche a parigi, dove la famiglia lo aspetta. il film ammanta della luce dei ricordi belli, una situazione che degenera irrimediabilmente e il sorriso pago dello scrittore si affievolisce sino al discorso via radio dove riafferma l'urgenza di una pacifica convivenza tra francesi e arabi, ma contemporaneamente avverte che qualsiasi cosa verrà fatta contro la madre lui la condannerà a priori, relegando algeria e pacifica convivenza in secondo piano. è un film che indubbiamente fa riflettere su un periodo storico, ma anche sull'attuale situazione. dove sono i colonizzati dal mondo che arrivano nel mondo civilizzato a cercare una chance di vita, in cui la convivenza è suddivisa tra pacifica indifferenza e guardinga osservazione.
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