Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
RAPIDE IMPRESSIONI PER REGISTRAZIONE
Dai, siamo seri. Veramente vogliamo lasciarci condizionare dal fatto che quel genio di Sorrentino si sia prestato ad una produzione mainstream per bocciare un film come "This must be the place"? Veramente, non si può sentire. Poi hai voglia a parlare d'impersonalità, d'esercizio di stile ed altre belinate simili ma la verità è che il buon Paolo non ce lo meritiamo e all'estero se ne sono giustamente accorti. Al momento, in Italia, non c'è un solo regista che giri al suo livello. Elegante, moderno, colto. Con un gusto da vendere sia nella composizione dell'inquadratura che nel movimento di macchina. Ineccepibile nelle scelte di fotografia, capace di animare luoghi ed oggetti dando un senso persino alle scale mobili. E queste sono doti che di certo non vengono meno quando hai a disposizione un budget internazionale, anzi. Inequivocabilmente estroso, questo è quanto. Gente come Sean Penn e David Byrne non ti reclamano mica a caso ed il film ideato assieme è un piacere sia per la vista che per l'udito (soundtrack di gran classe). Certo non mancano i difetti, del resto il plot era ben ambizioso ed articolato, un road movie nel cuore di una rockstar in declino, a caccia del proprio io e di nazisti in esilio. Effettivamente c'è di che cadere nel sensazionalismo e le forzature sono diverse ma il bilancio fra immagine e contenuto è comunque ampiamente al di sopra della media e la storia di Cheyenne è considerata già di culto. Dulcis in fundo, lasciamo spazio alla debordante ma toccante interpretazione del selvaggio Sean: squisitamente glam ed immensamente fragile.
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