Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Sarà che Sorrentino è un "genio" e che Sean Penn è un ottimo attore, però questo film per quanto diverso dalla solita roba che ormai si vede in giro, ha una narrazione troppo lenta ed un ritmo fiacco. Per me il cinema dev'essere in grado di raccontare una storia coinvolgendo il pubblico e non tediandolo con una serie di dialoghi e sequenze inutili che allungano una trama già di per sè assai magra che poteva essere invece sviluppata diversamente. Questo è decisamente uno dei film on the road più noiosi che si possano trovare in giro, è inutile negarlo. Personalmente non riuscirei a guardarlo una terza volta. La prima in cui ci ho provato mi sono addormentata e la seconda, anche se ero sveglia, l'ho seguito con fatica, sospirando per la lentezza delle scene e per la monotona interpretazione di Penn. Lui è bravo, ma questa volta non è facile tollerarlo per quasi due ore mentre parla, agisce e si trascina ovunque come un cadavere apatico. E quando non sembra un cadavere, si esprime e risponde comunque alle domande come fosse un automa che non trasmette nulla e che non sa fare molto altro di diverso che pensare al passato e cercare il padre morente che non gli ha mai voluto veramente bene. Per certi versi sembrerebbe quasi un film sulla vita di Michael Jackson: una rockstar eccentrica con l'anima di un bambino mai cresciuto che conduce una vita abbastanza solitaria e assai vuota perchè lontano dalle scene da molto tempo ormai, ma per altri punti di vista invece sembra quasi un film sull'olocausto. Forse un paio di buone sequenze ci sono pure, ma non bastano di certo a salvare il tutto che è veramente sviluppato con abbondante retorica. Il rapporto conflittuale col proprio padre e la speranza di riappacificarsi con lui, la perdita di un'identità sacrificata per anni al successo e la conseguente ricerca di se stesso in un mondo che ormai sembra non avere più molto da offrire ad una rockstar dimenticata, per quanto possano rivelarsi argomenti interessanti, non sono stati raccontati con l'adeguato spirito e vigore. Il film inoltre, non riesce ad emozionare granchè. Ha poca anima, poca sostanza e addirittura poca apparenza. Si nota subito infatti che non sia una di quelle storie per tutti. Il viaggio compiuto nell'oscura introspezione psicologica di Cheyenne è troppo inconsistente, pieno di lacune stilistiche e di elementi primari e secondari che si rivelano piuttosto deboli in quanto narrati con un'inefficacia che non consentono al film di centrare veramente il bersaglio.
Secondo me non ha fatto un buon lavoro e comunque non sono mai stata una patita del suo cinema.
Offre un'interpretazione monocorde anche se il look da rockstar eccentrica gli dona molto.
Riscriverei quasi del tutto la sceneggiatura, cambiando dialoghi e situazioni.
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