Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Natalino Bruzzone è il mio critico preferito. Molte affinità ci legano, l’amore per il cinema classico e il western in particolare ma anche per la spy story di Fredrick Forsyth e gli intrighi del delitto Kennedy. A livello cinematografico soltanto Tarantino ci divide, per cui vado abbastanza sul sicuro quando recensisce positivamente un film. Natalino ha assegnato 4 stellette a This must be the place. Uscendo dal cinema mi sono chiesto cosa l’avrà colpito, forse il fatto che il protagonista si chiama Cheyenne, come il personaggio di Jason Robards, o che si trascina dietro per tutto il film una valigia con le rotelle così come Django trascinava una bara. Poi ho riflettuto un momento e mi son detto che non può essere, Natalino non ama gli spaghetti western. E allora cosa giustifica le 4 stellette? D’accordo, i paesaggi sono stupendi ma il ritmo lento del film non li esalta. Così come la recitazione di Penn non riesce a rendere credibile un personaggio improbabile. Forse la cosa migliore sono i tanti piccoli quadretti di american way of life ma i personaggi di contorno non spiccano e sembra che Sorrentino non sappia bene dove andare a parare infarcendo il tutto col dramma esistenziale, il tema della memoria e quello della vendetta, il rapporto padre figlio e il complesso di Peter Pan. Ma se il passaggio nell’età adulta è simboleggiato da una sigaretta, mi sembra ben poca cosa. Chissà cosa avrà spinto Natalino ad assegnare 4 stellette? Non riesco a trovare una risposta…
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