Regia di Peter Greenaway vedi scheda film
Inno, ode, lode all'epoca Barocca come massima rappresentazione della decadenza morale e sociale che affronta periodicamente il ciclo storico. Molto più simile alla nostra società contemporanea di quanto non si immagini, l'epoca barocca è combattuta nei suoi binari paralleli di opposti che la compongono cercando una logica di fondo tra il brutto e il bello, il vecchio e il nuovo, il fatiscente e e l'elegante.
Peter Greenway conosce la soluzione ma non sente il bisogno di offrirci nessuna logica dominante, perchè si sa che nei suoi film la storia non ha uno sviluppo di primaria importanza ma è un pretesto per rendere scenografici ed esteriori concetti estremi come sesso, morte, ipocrisia, vanità, dolore, tristezza, solitudine. Il giardino, è il vero protagonista del film che opera una forza coercitiva su personaggi anonimi e neutrali, didascalici nelle loro azioni, privi di psicologia in un contesto privo di alcun sentimento. Il giardino è l'unico ad avere un senso, ad essere realmente bello, e a volte, sembra addirittura più vivo degli individui, e nelle sua bellezza quasi astratta cercano di trovare una logica che ristabilisca l'ordine delle cose.
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un film assolutamente mitico.
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