Regia di Lars von Trier vedi scheda film
Bisogna essere completamente folli per non impazzire una volta messi di fronte al concetto di morte: da questo PdV i depressi sono le persone più sane dell'universo. Ma la vita se ne frega, e l'infezione - il cui scopo è rendere l'universo stesso auto-cosciente attraverso miliardi di miliardi di sensori (noi), tutti sacrificabili - è inestirpabile.
( l’avviso di spoiler mi sembra pleonastico e un filo ridondante, ma tant’è : “!” )
* * * * ¾
Quando Melancholia decise di suicidarsi sulla Terra.
Giù la testa, coglioni.
In fondo, una specie intelligente e senziente che ha speso parte delle sue energie e proprietà cognitive per inventare i campi da golf e le relative caddy golf cart, altro non merita che d’estinguersi.
Intro.
" http://www.youtube.com/watch?v=jc-hWAbJWhg " :
video amatoriale, semplice ma molto bello.
Abbiam fatto la spesa
ed i conti col tempo,
ma la nostra ballata
finisce a metà.
Epilogo. Prologo.
Senza morte non c’è vita. E a volte c’è solo morte.
Gravità e Morte : queste Forze sconosciute.
Ciò che ci tiene insieme : la forza elettro-magnetica, la nucleare debole e quella forte : il Sesso, non l’atto istintivo e necessario sganciato dal piacere, e non il piacere soverchiante di un individuo sull’altro, e la Vita.
L’amore, come la forza di gravità, e la morte, si : forze che ancora non hanno le loro Particelle Elementari ( per esempio l’ ‘’ipotetico’’ Gravitone ), ma che si manifestano concrete, ‘visibili’ e sensibili com’e quanto le altre.
Tristano e Isotta ( Richard Wagner, 1858 ( 1865 ) ), ove l’amor non c’entra, e il sesso perde valore di conseguenza, c’entra la notte, invece, come il senso della fine, e la fine vera e propria.
Muybridge ( Melancholia : la CronoFotografia dell’Evento Unico-Ultimo ) e il suo cavallo ( Philip Glass : the Photographer ) : l’omicidio planetario giustificato.
Dal “Ritorno dei Cacciatori nella Neve” di Peter Bruegel il Vecchio, olio su tavola, 1565
( tutti abbiamo un puzzle di Bruegel in cantina, in soffitta, in taverna, in garage, nel sottotetto, tutti : non ultimo compare in “Solaris“ ( e in “Lo Specchio” ) di Tarkovskij : " http://www.youtube.com/watch?v=FcglyhUre4w " : un'altra meravigliosa danza (d'amore) in ''assenza'' di gravità ),
al Cacciatore nello Spazio.
E le radici aeree delle piante epifite che bloccano la corsa di Justine ( il contrario speculare al personaggio di de Sade, anche nel suo rapporto di reciproca influenza con la sorella…) avvinghiandosi alle sue caviglie e gambe : la scomparsa del sogno lucido, l’impossibilità del desiderio.
Una doppia ombra notturna innaturale bagna di luce la geometria artificiale del giardino, la luce del sole che si riflette sulla superficie spoglia della Luna e sull’atmosfera cangiante di Melancholia ( Doppelgänger di Solaris, che di sogno, però, al contrario del Pianeta-Mente, forse, realizza solo il Suo…), un’umbratile fantasma del futuro impeditoci che si manifesta sganciandosi da dietro l’apparente disco del Sole, sfiora Mercurio, lambisce Venere, in congiunzione o in elongazione che siano, di qua o di là dal Sole, e poi rasenta la Terra una prima volta, per allontanarsene subito dopo, sembra per sempre, quasi per sempre, che già ne sentiamo la mancanza, ne abbiamo malinconia, ma ecco ch’è solo una sotto orbita, un ricciolo nel colpo di frusta gravitazionale, un gioco prospettico di Moto Retrogrado Apparente ( quel Falso Movimento ch'è il Cinema ) nel suo percorso di avvicinamento terminale alla Culla dell'Umanità, l’apoteosi dell’epiciclo deferente, un piccolo, solo un piccolo loop
[ Melancholia si avvicina alla Terra non con una linea puramente retta, ovviamente, ma nemmeno con una semplice orbita parabolica, infinita e vagabonda : lo fa con un movimento, invece, rettilineo, si, seppur’errante, ma a spirale ( ricordato, nella forma, dal fil di ferro malleabile, avvolto anch'esso, per l'appunto, a spirale conformabile, attaccato ad un bastone dell’invenzione del piccolo Leo ), orbitando attorno ad un suo centro gravitico ( la Forza che lo anima : il caos, il caso, il destino, l’entropia, l’esercito di scimmie ammaestrate che con un dato tempo a disposizione, prima o poi, ti sforna l’Amleto pigiando a caso sui pulsanti di una tastiera, la fatalità di una disdetta cosmica, la cattiva stella dell’alba-tramonto, veloce come un’eclissi, dell’Umanità ), oltre che ruotando sul proprio asse, certo ( un punto di Lagrange fra Sé e la Collisione ) : si comporta quasi come un sistema binario, un sistema Terra-Luna o di stella doppia : ed è con questa piccola sott’orbita ritornante, che prima si Allontana, muovendosi un passo indietro all’interno della sua orbita piccola, mentre si Avvicina, inesorabile, lungo l’orbita maggiore, quella grande, la principale, e poi raddoppia di colpo la velocità in un approssimarsi senza freni e irreversibile, che ci colpisce :
come un pugile che arretrando sfodera un gancio al mento : come un Deus Ex Machina che sembra definitivamente accomiatarsi dal palcoscenico della volta celeste-terrestre stratosferica…quand’ecco che rientra per il bis ],
perché in realtà stava semplicemente prendendo meglio le misure, e la rincorsa.
Certo, dal suo punto di vista, siamo noi magari che gli abbiamo tagliato la strada.
Primo Intermezzo.
http://www.youtube.com/watch?v=8zuIDywqzgY
Maya colpisce ancora, colpisce ora, ci annienterà.
Esco, non ho paura, morte sicura viviamo già.
[…]
Maya colpisce ancora, addirittura ci estinguerà.
Esco, non ho paura, morte sicura viviamo già.
Vieni pure Maya, di peste nera e di colera, ci ucciderà.
Nel frattempo canto, che me ne importa,
canzone morta, cantiamo già.
1. Justine.
DeSiderio di morte.
Le Particelle Sentimentali.
Nulla di niente di meglio che una bella pisciata campestre semi Kantiana [ Illuminismo : Brucia ! Se non posso contrastarti, Melancholia, godrò “del tuo disordine, del tuo terrore” fino all’ultimo : che i miei occhi sbarrati aperti te ne restituiscano almeno un po’, prima che scompaia anche tu, fecondata dalla Terra, nube di cenere e gas e plasma nascente : che si stracatafotta ogni misticismo !! D’accordo…ci ripenseremo alla Fine…] sotto al cielo stellato : ConSidera te stessa nel Momento del Mondo : (in)certezza siderale sopra di te, (in)certezza morale dentro di te. Cosa DeSideri ?
Un pezzetto di terreno in seno al pianeta dove un giovane frutteto è stato impiantato pochi anni fa e a noi toccherà in gioia coltivarlo e farlo crescere e fruttare.
La legge morale che non può alcunché contro la Forza di Gravità e le Traiettorie Caotiche dell’imponderabile, contro le fiondate gravitazionali del flipper cosmico, del tavolo da biliardo galattico a 4 dimensioni.
“ Ho problemi a camminare bene “.
“ Ma riesci ancora a barcollare “.
Justine-Ofelia ( John Everett Millais, olio su tela, 1851-’52 ) abbandona quasi tutti ed è abbandonata dall’unica persona, quasi, che non ha rifiutato, rigettato, lasciato andare, a cui ha chiesto di restare : il padre. Rapporti di forza, ancora, e di genere.
Justine-Ofelia frusta il suo Cavallo di Torino. Volge lo sguardo al cielo. Nietzche non c’è più. Schopenhauer balla sulla sua fossa, in una contro-crasi temporale ( i morti son tutti contemporanei tra loro : Dialogano in Noi ). Il ponte non collega, è una trappola, un vicolo cieco, un’inutilità della strada, della storia.
Justine-Ofelia Antichristianamente immersa nella Natura.
Cosa DeSideri ? Non c’è redenzione.
La Rappresentazione della Volontà di Sopravvivenza. La sua impotenza.
E’ apparsa una nuova stella in cielo, si vede anche di giorno. Può esser solo una Supernova. Un’esplosione di vita futura che crea morte presente : porta morte, e a lungo termine ( a lungo termine saremo tutti morti ), vita : dalle sue ceneri di brace fumante a milioni di gradi in raffreddamento ed aggregazione sferica nasceranno Sistemi solari, e qualcuno, qualcuno di essi…
Ma non è una Supernova, è un Esopianeta : un vagabondo errante, un nomade randagio, un ramingo kamikaze, un’improbabile possibilità : una Necessità atta a contribuire in parte alla Costituzione di tutta quell’invisibile ma teorizzata Materia Oscura : una Necessità impiegata a consentire il Big Bang dopo il Big Crunch.
Heidegger tace, come sempre ha fatto : la metafisica non può altro che niente di nulla.
E la Storia finisce, termina, si contrae in un punto zero, con buona pace di Hegel.
Che : " La vita è solo ( e sola ) sulla Terra e non lo sarà ( come non lo è stata ) per molto ancora ". Frasi lapidarie, senza Senso e ControProva, un po' come telespaziotempotrasportare Epicuro di fronte all' ''Astronauta'' di Palenque : ogni prova scientifica deve basarsi sull'evidenza oggettiva dei Sensi e non delle Sensazioni... E deve essere sperimentalmente riproducibile... Sia questa l'eccezione totalizzante-annullatrice...
Ma che importa : i fagioli nel barattolo sono 678, la buca 19 è uno sfizio, lo slogan pubblicitario della Mad Men Justine/Trier potrebbe essere : " Enjoy it while it lasts ! " : che importa : quando la depressione colpisce... La depressione non esiste ! La depressione colpisce solo chi se la può permettere !
Che : " La vita è cattiva " : procede a colpi di morte.
Secondo intermezzo.
http://www.youtube.com/watch?v=aRL8sdwbFr8
Senza di noi / un’era disumana sarà,
nessuna pestilenza verrà
ad inquinarci / mai.
Ci spazzerà / la nostra proverbiale viltà,
saremmo avvolti dalla foschia
e poi l’oblio / ci coprirà.
[…]
Tornerà la terra / follemente bella
dopo l’estinzione della razza umana.
Peccato solo che invece l'imponderabile caso non guardi in faccia ad alcuno e ''per'' spazzarci via debba annientare anche le altre Infinite Forme Bellissime nostre incolpevoli compagne di viaggio : vegetali ed animali, albicocche e balenottere azzurre, tenie e Scarlett Johansson, bonobo e Capezzone, Uluru/Ayers Rock e il candirù-Vandellia cirrhosa : tutti spazzati via, inglobati da Melancholia, gigante di roccia semi gassoso che non potrà sopravvivere neanch'esso all'impatto.
2. Claire.
Considerazioni di sopravvivenza.
Tintarella di Luna, Dipingersi di Malinconia.
Due reazioni differenti e complementari, quelle delle due sorelle, che si evolvono ma non si autoingannano, non credono e non cedono : ‘’come’’ fa invece John -[e a tal proposito occorrerebbe ripensare, da questo PdV, a "Saturno e la Melanconia - Studi su Storia della filosofia naturale, medicina, religione e arte" - e, con vicendevole conseguevolezza irreciproca, ad Albrecht Dürer - di Raymond Klibansky, Erwin Panofsky e Fritz Sakxl (1964, aggiornato) : l'uomo di genio (artistico, filosofico, scientifico) per sua natura e costituzione propenso a scrutare oltre, e oltre v'è solo trasparente buio]- che sceglie di credere ad una parte della Comunità Scientifica : probabilmente un supremo atto di carità governativa…
Se K.Dunst regge benissimo ed anzi sostiene pienamente, conduce e predispone il gioco-Festen, abitando la scena sempre, con una frequenza interpretativa alta e costante, C.Gainsbourg in poche inquadrature eccezionali del Last Day, affioranti in una prestazione in continuo e perenne, controllato sottotono, ci annienta.
Tutto il Classico Percorso di Elaborazione del Lutto, rimpallando da Justine ( Kirsten Dunst ) a Claire ( Charlotte Gainsbourg ) e ritorno e viceversa, del Proprio di Lutto oltre che per quello in coabitazione con-per i nostri cari ( la Malinconia per tutto quel futuro impedito(ci) e sottratto(ci) ), viene sviluppato, e alla fine si ‘’riduce’’, nel senso nobile-scientifico del termine, all’incredibile incredulità dolente sul volto di Claire, alla Furia Impotente : il volto Spaventato e Furente, Furioso e Dolente di Charlotte Gainsbourg ci racchiude tutti. In quel momento. In QUEL momento.
Il cavallo crolla e collassa al suolo.
Mentre le bestiole del sottosuolo, anellidi ed artropodi, fuoriescono dall’humus, pullulando in superficie portati alla luce dalle vibrazioni di marea. Onde di marea che si ripercuotono terremotando la crosta terrestre e l’atmosfera, creando aurore ed elettricità di statica in comunicazione col vuoto-sopra. Quelle che possono permetterselo, di forme di vita, prendono il volo, altre, vertebrate, si schiantano prima di tentare l’impossibile fuga.
Una Danza Macabra tra Eros e Thanatos ( la solita, di sempre ) : “’ Ora vi faccio vedere come muore un Pianeta di Sol ! “’.
L’intelligenza serve a combattere e a rimandare la morte, ma di fronte alla fine è un peso insopportabile.
Alle 04:44, per il Last Day on Earth, non serve Mettersi al Riparo, Cercare un Riparo, Costruirsi un Riparo, Take Shelter : che può solo - il Nostos alla Caverna Platonica, la magica caverna rifugio inuit-amerinda, mongolo-patagonica, berbero-aborigena, l’unico rifugio dallo stornare lo sguardo obbligato - consentire di vivere ancora…una frazione di secondo d’infinito condiviso : abolita la quarta parete, il fuoco è tutto, altro non rimane che l’impronta di un’ombra sulla pellicola : un’ombra che ci bagna di luce. Poi il Plasma nuclearizza anche noi, l’occhio per interposta persona del dio-regista, e [ …e… ].
Solo che in realtà non è il nostro punto di vista. “Noi” non significa mai più nulla. Mai più niente che abbia noi in memoria. La verità è semplice e ribadita.
Siamo le ombre cinesi della materia che gioca ad animarsi.
Un Sound Design protagonista in continuo sottofondo, quasi un Picture Sound : un rombo sommesso ed attutito, ma persistente ed onnipresente : una vibrazione bassa che la senti nelle ossa : rumore bianco-scarica statica-oscillazione di fondo.
La fotografia di M.A.Claro si districa bene tra la volontà imperitura e fondativa di von Trier di scardinare le regole del Dogma fin dalla creazione del Dogma stesso e la messa in scena di trompe l'oeil-diorama-tableaux vivants a dialogare con la memoria della pittura classica post-medioevale.
Tutti gli attori, tutti : da Kiefer Sutherland, qui in un doppio ''24'' d'inesorabile tic-tac, a Charlotte Rampling ( tre scene, e la resa perfetta di una scostanza frastornante e fenomenale ) e Stellan Skarsgard, simili ed opposti per nichilismo e morale, passando per le caratterizzazioni per nulla ''esagerate'' degli immensi John Hurt, Udo Kier e Jesper Christensen, e la buona prova di Alexander ''TrueBlood'' Skarsgard.
( ↑↑ AntiChrist ↑↑ --- ↓↓ Melancholia ↓↓ )
Terzo intermezzo.
a) Tentativo d’analisi di una scena.
Un Transfert col Pianeta Terra. Una Proiezione in Melancholia.
Justine, abito da sposa ancora fresco di taglio della torta, tradimento consumato in divenire e voti sacramentali rispediti al mittente, reimposta la libreria d’Arte Astratta di sua sorella Claire verso l’Arte Figurativa : sostituisce le pagine dei libroni rilegati tenuti in piedi e aperti sulle riproduzioni ad alta risoluzione delle immagini delle opere ‘appartenenti’ all’astrattismo ( geometrico : il giardino all’inglese impostato come una piazza italiana di DeChirico ), per lo meno in linea ‘generale’, di autori quali possono essere, ad occhio e croce : Mondrian, Klein, Mangold, Kelly, Malevic, Albers, Van Doesburg, Hartung, Calder, etc… Leva questi suddetti e vi mette al loro posto i già menzionati “Ritorno dei Cacciatori nella Neve” di Bruegel e l’ “Ofelia” di Millais ( nel prologo ), ecco poi anche “il Paese della Cuccagna”, ancora di Bruegel, accanto ad un Raffaello ( mi sembra ) , e il “Davide con la Testa di Golia” di Caravaggio…
Un Transfert con il proprio modo di Percepire il Mondo.
Riordina i pensieri e le cose prima della partenza, lascia impresso un suo Segno, dopo aver sognato la propria depressione, in un imprinting non con chi ci ha dato vita ma con chi ci dispenserà morte : Conserva e Riscrive una sua Memoria Temporanea, con intervento diretto, della Figura Umana, dell’Agire e dell’Essere Umani.
b) Dal personale all’ A-po-ca-lit-t-ico.
Il piccolo cosmo famigliare e l’infinito, sterminato universo tutto.
Se solo Melancholia la smettesse di desiderare il suicidio come forma di prosecuzione della specie planetaria ( ci han già pensato le stelle di prima generazione che diventando supernove han creato le fornaci stellari di quelle di seconda, come il Sole, a creare Mondi dalla loro polvere in accumulo gravitico ), metodo per altro dispendioso e d’incerta riuscita, e considerasse più che altro, invece, magari…non dico di frenare, che gli costerebbe troppa energia d'inerzia, m'almeno di sterzare, di spostare il peso a valle o a monte, per dio.
“ Poteva essere tutto diverso “. “ Si “.
Nessun campo da golf ( a parte il mondo ), fin dove lo sguardo riesce a mettere a fuoco, fin oltre l’orizzonte, e ancora più in là, verso la 19esima buca, che se non c’è pianeta, non c’è nemmeno orizzonte ( l’orizzonte dell’universo è la nostra nuca ).
La natura si riprende il suo posto e nel farlo si prende il tempo che le occorre : erba, alberi, ruscelli, brulicante vita ? Piuttosto : una giornata di svago per gli dèi dell’olimpo : biglietti gratis per il planetario. Interattivo.
Ah già, e niente campi da golf, a perdita d’occhio. E oltre.
La vita forse non ci merita, ma merita d’essere vissuta.
“ La vita continua fino a quando non continua più “,
Victor Ziegler in EWS di Kubrick-Schnitzler.
“ E’ morta. Succede ogni giorno “ :
persona, stella, luna o pianeta che sia.
Intanto la notte si compie nell’alba, ed il Sogno d’Amore con la Vita evapora alle prime luci del mattino : la notte come rifugio dagl’incubi del reale termina il suo ciclo :
ecco che sorge, Melancholia.
Affamati, felici, entusiasti, appagati, perplessi, incuriositi, furiosi, terrorizzati, e alla fine, acquiescente frenesia : persino una certa impazienza di viverla tutta, la vita di cui dispon…
c) Addenda [ un anno e mezzo dopo ( al cinema, vers. doppiata ) e 6 mesi dopo ( in dvd, vers. orig. con sottotitoli ) - Ottobre 2013 ] :
Melancholia non ''provoca'', e non è nemmeno un contenitore di provocazioni, non ne ha l'intenzione. Penso che l'errore di fondo sia pensare al film come ad una provocazione o, per altri versi, ad un film che contenga delle provocazioni, o che abbia anche solo l'intenzione di provocare, ma che invece non riesca nell'intento scadendo nel ridicolo, peggio ancora involontario : ecco, credo che il ridicolo di Melancholia sia voluto, sia buffo e sia secondario.
Quel che mi piace ( qui si entra nella patafisica ) di Melancholia è la sua capacità di risucchiarmi empaticamente dentro alla possibilità della vicenda, SENZA ( per questo ) sfruttare un'empaticità coi personaggi : l'empatia creata da Trier è tutta verso lo spettatore, che riesce a mettersi nei panni dei personaggi proprio perché, in parte, essi sono/risultano essere così vuoti e spogli e pronti ad accogliere la nostra impronta emotiva, ad indossare le nostre maschere trasferite su di essi attraverso un processo di dentificazione con loro : i personaggi sono banali, e ''quindi'' molto simili a tutti noi, a chi ci sta intorno ( un pizzico di empatia ), e il loro essere vuoti ci permette di riversare su di essi la nostra immedesimazione : sono quasi tabula rasa, è facile prenderne il posto, vivere al loro posto l'esperienza.
Fino all'estremo ( e allo stremo ) : l'Essere Umano deve lottare sino alla fine, altrimenti muore prima della fine, muore prima di morire ( non che sia una gran vittoria, ma è l'unica, per quel che conta e vale ) : Justine, depressa, sopravvive un po' più di altri, e compie la sua penultima azione, del tutto folle !, ovvero guarire dalla depressione ( la Tintarella di Melancholia è un primo passo ), per regalare minuti di ''conforto'' a chi le è al fianco da una vita. Ch'è ''dio'', poi, a ridersela sempre per ultimo.
Von Trier non si adagia sul miracolo come in "Breaking the Waves" ed in parte in "Dancer in the Dark", ed è interessante il fatto che è in Internet ( un luogo dove bisogna saper cercare cosa si vuole trovare...per trovarlo, e distinguere in anticipo il grano dal loglio, un luogo dove l'Esercizio Critico e Consapevole dev'essere massimo, e soprattutto possibile...) che la verità ( tra quante bugie e mentecatte sciocchezze che Trier sceglie di non mostrarci ? ) viene Dimostrata : è il bambino, non il padre, poi, a trovarla ( e la MdP ad andare a cercarla, ancora, a scegliere quel momento rispetto ad una visita ad un sito di ufologi-parapsicologi ).
E' un momento - chiaro, esplicito - importante. Ecco perché la verità scientifica c'è, ''messa in scena'' da Trier ( senza considerare le sue esternazioni '''revisioniste''', impacciate, che tentano di salvarsi/lo nel mentre si sfaldano e lo trascinano ancora più in basso, falsificanti la storia, alla conferenza stampa del Festival di Cannes, con K.Dunst che lo guarda come Fini fece con b. a Strasburgo : Trier è un fantastico, ignobile, genialoide, mentitore di professione ) : il regista non prende posizione, si limita a stuzzicare, all'ombra del disastro.
L'Estetica è da photoshop, l'etica 'evapora' di fronte all'accumulo. Non per questo lo disprezzo, perché trovo abbia ragione : non c'è salvezza, solo un temporaneo ricovero, nell'accezione di Accettazione ( temporanea, umana ).
Melancholia per me riesce a far male, accumulando empatia ( una volta tanto in Trier ), certo sempre con la forza bruta, fino ad un finale che ci schiaccia tutti uguali ( una volta tanto al mondo ).
Non c'è nulla che non sia Meccanica Celeste in questo film.
Collisione. Brilla nel Buio.
Lars von Trier prova a tramutare il piombo ( la morte istantanea ) in oro ( la vita eterna ), come Albrecht Dürer nel 1514 incidendo a bulino "Melencolia I" ( o "Melacholia I" ).
Tutto quello che possiamo fare con/tro l’Apocalisse ( che rivela solo il suo ciclico ripetersi e rinnovarsi in/solito, e la nostra finitezza, che conoscevamo già, grazie ) è guardarla bene in faccia.
Altrove. Adesso. Ancora.
Vita, morte, e niente Miracoli, Illusioni o Sortilegi : ‘solo’ autentici prodigi ( uno scontro frontale, su scala enorme…planetaria direi…) portentosi…accompagnati, dal nostro PdV, dalla percezione carnale di calamità, disgrazia, sciagura…e mostruosa Meraviglia.
E’ un film ateo ? Trattandosi di Lars von Trier ( the Kingdom, Antichrist ) la domanda " Dove sono le campane di “Breaking the Waves“ ? " è d'obbligo. Semplicemente Dio non interviene, o al solito è tutto ciò che accade, e non avviene altro. Di certo, niente Umanità = niente Dio.
E’ un film pieno d’amore e bellezza.
E di senso di morte, che non è Dare un senso alla morte.
E’ un film senza fantasia ?
Di certo non è un film 'facile', e per altri versi non è 'fragile'.
E’ spoglio, rispetto a “ the Tree of Life ” ( che potrebbe essere definito un film Cumulo ( Melancholia invece è un film Tumulo ) : un film che più accumula e più si alleggerisce ), del quale non ne è il contraltare, l’ossimoro, l’opposto, il rigetto, il contrario : è si ‘spoglio’, rispetto all’opera Malickiana, e forse anzi senz’altro più semplice, ma niente affatto banale, anzi è un’opera Scaturente :
un’opera che va a costituire, senza ossimori o paradossi in relazione al film di Malick, ma ‘insieme’ ad esso, un Entanglement Quantistico…sull’Universo, e tutto quanto. Si influenzano a vicenda, nei nostri occhi e orecchie, e non si auto-escludono, condividono lo stesso percorso…s’un terreno differente : stessa strada, prospettive differenti, identico viaggiare, orizzonte simile, la fine è nota, ma quel che importa è il viaggio : ci si accompagna all’essere umano, alla carne, al sangue, a chi si-ci ama, e ci si accompagna all’idea di Dio : l’Invenzione Terminale dell’Essere Umano, che tra Eoni, quando dall’Idea passerà alla pratica della realizzazione, non potrà più dirsi tale : la convergenza ultima : la trascendenza. E che bel viaggio, e che bella fine. Certo, poi basta un sassolino dalla massa uguale a 1,0000 e qualcosa X 10^26 kilogrammi e tutto si perde…
Outro.
http://www.youtube.com/watch?v=gAzKXxz1lqg
Another World…
Prologo. Epilogo.
Palla in buca.
>>>Spermatozoo >>> Ovulo >>> 0?X! >>>
Tanto vale rimboccarsi le maniche, sorridere assaporando le lacrime, e combattere (im)pugnando il ''sacrificio''.
Frastuono obnubilato da un’ondata di nuvole di plasma.
Non è follia vivere ancora?
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