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Melancholia

Regia di Lars von Trier vedi scheda film

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La recensione su Melancholia

di steno79
9 stelle

Lars von Trier sarà un regista discutibile quanto si vuole, ma è uno dei pochi che riesce a rendere verosimile una storia su un assunto difficilmente digeribile dallo spettatore: quello di un'imminente Apocalisse per causa della collisione di un pianeta che viene a schiantarsi contro la Terra. Questa "atmosfera da fine del mondo" impregna soprattutto la seconda parte del film, in cui si ritrova perfino una suspense alquanto inedita per i canoni del danese, mentre la prima parte ci racconta il naufragio del matrimonio della bella Justine durante il ricevimento di nozze, probabilmente influenzato dall'approssimarsi dell'infausto evento, che ci viene suggerito fin dalle prime immagini non narrative, dei tableaux vivants commentati dalla musica di Wagner. La prima parte è quella che più si avvicina alla vecchia teoria del Dogma, poichè ricorda abbastanza da vicino un'altra pellicola girata secondo i dettami del famoso Manifesto del 95, Festen di Thomas Vinterberg, di cui ripropone la miscela di crudeltà e lo svelamento dell'ipocrisia borghese: è generalmente efficace ma appare un pochino derivativa, dunque non proprio originalissima, soprattutto in certi conflitti familiari e nell'intervento della madre contro il matrimonio. Nella seconda parte lo sguardo del regista si incolla alle due sorelle, ne definisce in maniera più approfondita i rispettivi drammi di fronte all'evento catastrofico imminente, risulta meno dispersivo e, se si accetta il nichilismo di cui è impregnata la sua visione, costruisce sequenze di forte impatto anche dal punto di vista emotivo. Buona parte della riuscita è dovuta all'ottima interpretazione delle due protagoniste, soprattutto Kirsten Dunst che riesce a rendere in maniera attendibile il progressivo sprofondare della sua Justine negli abissi di una depressione che non viene mai spiegata completamente. Certo, c'è poco da stare allegri e il film tradisce una visione sempre più cupa della vita e dei rapporti umani, ma non si può negare al danese un'indubbia coerenza tematica e un gusto della provocazione che stavolta risulta decisamente meno gratuito e sterile che in altre occasioni. Inoltre, dal punto di vista figurativo le immagini hanno spesso una potenza e una bellezza che era mancata negli ultimi film di von Trier. Dunque, per me il film risulta assolutamente promosso, con qualche lieve riserva, ma non tale da sminuirne la notevole riuscita a livello artistico.

voto 9/10 

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