Regia di Roberto Faenza, Filippo Macelloni vedi scheda film
La vita e le (non necessariamente) commendevoli opere di Silvio Berlusconi in un helzapoppin di finte confessioni autobiografiche (grazie alle imitazioni di Neri Marcorè), immagini di repertorio, vecchie interviste e varie ed eventuali. Roberto Faenza e Filippo Macelloni, con la fondamentale collaborazione di due giornalisti abili e scafati come Stella & Rizzo, evitano la fin troppo facile scelta di realizzare un pamphlet accusatorio ad uso e consumo di un pubblico schierato, ma rischiano le secche di una impossibile equidistanza che alterna momenti di (probabilmente involontaria) agiografia a note beffarde ed impietose (l'intervista nella quale la madre di Berlusconi ribadisce orgogliosa la serietà del figlio e afferma che mai e poi mai sarebbe comparsa una sua foto in compagnia di donne diverse dalla consorte... figuriamoci!). Il risultato disorienta ma paradossalmente centra il bersaglio di ben rappresentare i tanti lati oscuri e le infinite ombre di un personaggio ambiguo e sfuggente, estremamente scaltro, subdolamente persuasivo, oggettivamente simpatico (personalmente considero la simpatia più un'arma impropria che un pregio) e profondamente (e drammaticamente) italiano nel suo elevare ai massimi livelli l'arte di arrangiarsi e di cadere sempre e comunque in piedi. "Silvio forever", probabilmente, non aggiunge nulla di nuovo alle opinioni di chi già ama e di chi già odia un personaggio che affascina (per quanto mi riguarda inesplicabilmente) tante persone e ne respinge altrettante con la stessa intensità, ma è un interessante promemoria del marasma politico che ci ha travolto negli ultimi trent'anni, con un'assurda realtà che ha superato di gran lunga qualsiasi fervida immaginazione e con l'eco di una barzelletta che rimbomba dal fondo del baratro economico e sociale nel quale stiamo cadendo e che ci ricorda che siamo pur sempre in Italia, il paese nel quale la situazione può anche essere grave, ma giammai seria. Forse per capire il personaggio Berlusconi e la sua parabola umana e politica non serve nemmeno l'ora e mezza del documentario di Roberto Faenza, ma è sufficiente limitarsi alla beffarda scritta in sovrimpressione che chiude "Silvio forever" e che afferma che il patrimonio personale dell'imprenditore si è moltiplicato in maniera esponenziale durante gli anni di impegno politico... serve sapere altro?
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