Regia di Kwon-taek Im vedi scheda film
c'è una maestria di tocco e leggerezza ma anche di intensità infinita in questo breve lavoro di kwon-taek im che rasenta la perfezione. la storia di due fratelli che forse non sono fratelli, sembra una meravigliosa leggenda. una storia che ci si racconta nelle serate invernali, ma anche nelle serate estive pensando di essere su quella splendida veranda che da sul tramonto. e in pratica è una storia triste e tribolata, che alla fine diventa una favola dove i due fratelli suoneranno all'infinito nella loro casa, dove finalmente sono tornate a volare le gru. oltre gli anni, ci viene suggerito dal regista, oltre la realtà. sulle ali di una fantasia che riesce a tenerci buona compagnia quando la realtà non ci è troppo di conforto. che senso ha sognare se ci si deve svegliare, recita una strofa di una delle tante canzoni interpretate dalla protagonista, quando anche sognare diventa un lusso. sognare diventa parte di quella leggenda che vuole finalmente i fratelli suonare nella casa costruita dal fratello per la sorella e per il suo canto, dopo che per il canto è diventata cieca. e come nelle migliori storie d'amore, ci si divide per re-incontrarsi e ri-dividersi un'infinità di volte. fino all'ultima quando ci si vedrà nei propri sogni, o nelle parole delle persone che si tramanderanno questa storia oralmente nelle serate fredde rinchiusi in casa o nelle serate calde fuori a guardare il tramonto. splendida gestione registica, con due attori che fanno i miracoli. piccoli movimenti impercettibili di bocca, palpebre o d'espressione, talmente fissa a volte che spaventa. musica emozionante di ryu kunihiko, e costumi tradizionali di kim hae soon. fotografia limpida come di una serata dopo un temporale di jung il sung e canzoni recitate da una voce mai sentita prima. un film assolutamente da vedere.
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