Nicola è un uomo di quarant’anni di Torino che ha ereditato dal padre un'azienda carica di debiti e sull'orlo della bancarotta. Il mondo sembra volerlo al tappeto, ma Nicola tiene duro e lotta con i denti. Ma un altro fronte di crisi sembra aprirsi: quello del matrimonio con sua moglie Laura, cui tiene moltissimo. Tra di loro - anche a causa delle preoccupazioni di Nicola - sembra essere scesa una distanza che non c'era e Nicola si sente impotente. Inizia a sospettare di lei, la segue, non si fida. Poi tutto esplode: i finanziatori tedeschi che dovevano intervenire si ritirano, Laura chiede la separazione. Nicola sembra andare a fondo. Ma non tutto è deciso.
Note
Una constatazione agghiacciante che riflette uno stato delle cose spaventoso. E non è un caso che i colori siano assenti dal mondo evocato dal regista. L’industriale è il vero film dostojevskiano di Giuliano Montaldo, cineasta dallo sguardo lucido anche nel cuore della tempesta.
Il film va oltre la sufficienza ed è il quadro di una società dove si vive sulla finanza, sulla guerra tra squali e dove l'amore e la lealtà vengono dopo. Addio capitani d'industria.
“L’industriale” (2011) è il quattordicesimo lungometraggio di Giuliano Montaldo. Dopo “I demoni di San Pietroburgo”, il regista genovese gira una pellicola tutta incentrata in una città (Torino) parlando di attualità (lavoro e crisi attinenti). Il percorso dell’uomo, figlio di un padre che si è fatto le ossa in tempi meno cupi, è di un glamour (mendi)vendicativo, un ostentare… leggi tutto
L’industriale è in crisi. Personale e professionale. Ma la crisi che investe l’Azienda Meccanica Ranieri è quella di un intero sistema. Perché fin dalle prime battute sui titoli di testa è chiaro che gli industriali si dividono in due: chi è pronto ad abbassare le serrande salvando il salvabile, affidando gli operai agli ammortizzatori sociali, e chi, caparbiamente, persegue un’etica.… leggi tutto
Quel sonoro “vaffanculo” che un (giustamente!) collerico Pierfrancesco Favino (l’”industriale” del titolo) sbatte in faccia al classico burattino (appartenente alla sottospecie di grigi e squallidi figuri dalla fisionomia anonima e inquietantemente ritornante) al soldo delle bieche e vomitevoli lobby bancarie, faceva proprio ben sperare … La crescente avversione della gente… leggi tutto
Domanda: La legge di Lidia Poët si apre con una scena di sesso abbastanza forte, un cunnilingus. Risposta: Me la ricordo, ci abbiamo messo nove ore a girarla… (Ma sono molto serena con la mia…
Nicola Ranieri è il proprietario di una piccola industria meccanica, ricevuta in eredità dal padre. I suoi sforzi sono tesi ad un rilancio dell'azienda, da ottenere mediante una joint-venture con imprenditori tedeschi. Improvvisamente, la banca gli taglia il finanziamento, aprendo la strada al fallimento della società. Nicola rifiuta categoricamente di portare i libri in…
Il buon Favino non può far miracoli, e davanti ad una trama forse troppo ondivaga tra il tracollo finanziario e quello personale, rimane come sospeso in un limbo, senza che si arrivi a seguire con decisione una delle due strade. Scelta legittima del regista, sia chiaro, ma Favino per quanto bravo non è il Volontè di "Sacco e Vanzetti" o di "Giordano Bruno", non può…
Film interessante questo "L'Industriale" nonostante la presenza di una mai piaciuta Crescentini (qua in una prova piu' apprezzabile del solito ...) ed un bravo Favino da contr'Altare in un ruolo tosto ma ben delineato : la Storia e' godibile e non stanca quasi mai.Da notare anche una piccola parte con Elena Di Cioccio.voto.6.5.
Un buon film sulla crisi di questi anni.
Mostra bene gli orrori voluti per interesse dal capitalismo e dalle banche, e le conseguenze tremende sulla moltitudine e anche su chi, tra i ricchi, non ritene giusto tale macelleria sociale. Ma sono comunque questi ultimi ricchi, per quanto "critici", i soli a salvarsi alla fine: e per la ricchezza ereditata, nient'affatto per meriti umani e culturali.…
Questo film è di un cinismo spaventoso, ma è anche più reale del reale. Particolare l'utilizzo del colore, che rende asettica anche tutta la vicenda. I protagonisti sono molto bravi; per favino non c'erano dubbi, ci si poteva scommettere sulla sua interpretazione, ma qui la vera sorpresa è la Crescentini, che recita come non ha mai fatto.
Peccato non averlo visto al…
tragedia di un uomo retto stritolato dai meccanismi contorti e osceni di un sistema bancario e legislativo che lo trasforma in un criminale per gelosia. stratificato film di montaldo in perfetta forma registica. un complotto virale nei confronti di un piccolo industriale per poter però continuare a far blaterare i nostri "onorevoli politici" in ti-vì sul crollo del nostro prodotto…
“Quando lavoravo a Cinecittà mi chiamavano “a Giulià.....a Montà.....”. Un giorno arrivo e mi sento chiamare “Maestro”.....ho capito che ero diventato vecchio”…
La ditta di famiglia versa in gravi condizioni economiche; Nicola Ranieri cerca l'appoggio di banche e investitori stranieri, ma invano. Nel frattempo la moglie lo trascura: Nicola decide così di pedinarla. Sarà l'inizio della catastrofe. Muovere guerra al mondo per rifarsi, nei fatti concreti, solamente sui più deboli: in questa morale, contenuta in una delle battute…
Uno dei pochi ultimi grandi vecchi del cinema italiano rimasto su piazza, Giuliano Montaldo, affronta il tema della crisi economica che ci attanaglia facendone una disamina ampia prendendo anche l’arco degli affetti famigliari che quando le cose non vanno per il verso giusto rischiano ancora di più di essere intaccati.
Nicola (Pierfrancesco Favino) è un industriale strangolato dalla crisi,…
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Commenti (2) vedi tutti
Il film va oltre la sufficienza ed è il quadro di una società dove si vive sulla finanza, sulla guerra tra squali e dove l'amore e la lealtà vengono dopo. Addio capitani d'industria.
commento di sillabaUn film che si lascia vedere, anche grazie alla coppia Crescentini-Savino, ma che non raggiunge mai alti picchi.
commento di tikida