Regia di Emanuela Piovano vedi scheda film
Una filosofa e un contadino, un breve incontro in tempo di guerra. Un film semplice e non troppo ispirato, ma che può dare qualche emozione, e penso non dispiacerà a chi ama Simone Weil.
Nell'estate del 1941 Gustave Thibon, singolare figura di filosofo - contadino, accetta di ospitare una giovane intellettuale ebrea parigina, che cerca rifugio ma anche ispirazione nella campagna provenzale. Una breve parentesi nella vita di Simone Weil, un incontro che cambierà la vita dell'altro. Parliamo di un film a basso budget, sarebbe facile fare dell'ironia sulla modestia dei mezzi, o sulla sceneggiatura non troppo ispirata. Però Lara Guirao ha carisma da vendere (ed è anche molto bella, diciamolo), regge il film sulle sue spalle, e nella prima parte, la migliore, i notturni campestri regalano qualche emozione. E' difficile raccontare al cinema un personaggio come Simone Weil, filmare il pensiero di un filosofo è complicato, ci vuole un attimo a cadere nel bignamino del Grande Autore. Se non ci aveva mai provato nessuno un motivo ci sarà (anche se leggo che la Ingrid Bergman di Europa 51 alludeva alla Weil, ma non avendo visto il film non aggiungo altro), quindi un bravo alla regista per il coraggio. Nella parte tecnica, bella la fotografia e soprattutto la musica. Curiosità: il coprotagonista Thibon, è scomparso nel 2001 vicino ai cento anni. L'età che avrebbe oggi lei, se non avesse scelto di lasciarsi morire a 34 anni.
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