Regia di Arthur Penn vedi scheda film
Montana: un allevatore di cavalli assolda un pistolero (o meglio un “regolatore”, come lui si qualifica) per fronteggiare i numerosi furti dei ladri di bestiame. Per me Penn + western = Piccolo grande uomo, non certo questo film bislacco, squinternato, che procede con ritmo indolente. Eppure va riconosciuto che sono proprio queste qualità a farlo apprezzare; qualità che si incarnano soprattutto nello straripante gigionismo di Marlon Brando, al cui confronto persino Jack Nicholson sembra un personaggio quasi normale: parla in tono pacato, si fa spesso il bagno in tinozza, è affezionato al suo cavallo, poi ammazza la gente senza pietà. La violenza è da entrambe le parti, beninteso (si comincia con l’impiccagione di un ladro, a cui poco dopo fa seguito la rappresaglia contro il sovrintendente del ranch); però, siccome siamo pur sempre negli anni ’70, si sta dalla parte dei fuorilegge. C’è anche una storia d’amore, che in realtà è una storia di emancipazione: quella fra il capobanda e la figlia del nemico, che fin dall’inizio disapprova i metodi di suo padre e non vede l’ora di saltare il fosso.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta