Regia di Francesco Patierno vedi scheda film
Un imprenditore veneto razzista – che frequenta una prostituta nigeriana – auspica in tv che in Italia scompaiano tutti gli extracomunitari. Purtroppo per lui, succede davvero: la sua azienda perde di colpo la gran parte degli operai e le vite di tutte le persone che conosce sono in qualche modo sconvolte.
Un’abitudine non proprio onorevole del cinema italiano dell’inizio del terzo millennio è quella del remake, che denuncia una grave mancanza di idee, materiale da sempre pregiato dalle nostre parti; questo Cose dell’altro mondo ha la buona creanza naturalmente di definirsi nei titoli di testa “liberamente ispirato a” Un giorno senza messicani (Sergio Arau, 2004), ma a conti fatti ne sottrae il fulcro vitale, l’idea portante per costruirci attorno una blanda storiella all’italiana. Una vicenda di leghismi (pur sottintesi: non vi sono riferimenti politici espliciti, nonostante l’inevitabile polemica che scaturì all’uscita del lavoro), razzismi e chiaramente di denuncia sociale che passa però per una serie di situazioni piuttosto facilotte e di personaggi abbozzati con il pennarello grosso. Non che questo costituisca di per sé un problema, quando si ha per protagonista un mattatore come Diego Abatantuono, perfettamente a suo agio nei panni del caciarone, roboante Mariso Golfetto; effettivamente però al termine della visione del film rimane il sospetto che, anche considerando il contributo ministeriale ricevuto dalla pellicola in quanto opera di riconosciuto valore culturale, si sia volutamente cercato di annacquare un minimo la sostanza, di non fare appunto troppa politica per generare la giusta, ma non troppa pubblicità. Del cast fanno parte anche Valerio Mastandrea, Valentina Lodovini e, in ruoli minore, Laura Efrikian, Maurizio Donadoni, Vitaliano Trevisan e Roberta Sparta. Gli intenti sono insomma buoni, ma il risultato non altrettanto; da ricordare c’è quantomeno – seppure non si tratti di una collaborazione particolarmente incisiva – l’esordio del cantautore Simone Cristicchi come autore di una colonna sonora cinematografica; per la sceneggiatura le firme sono invece quelle di Diego De Silva, Giovanna Koch e del regista Francesco Patierno, qui al suo terzo lungometraggio. 3,5/10.
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