Regia di Francesco Patierno vedi scheda film
Il giorno in cui gli Stranieri spariscono di colpo dall'Italia, vissuto tramite gli occhi di Ariele, un poliziotto che ha la madre con la demenza senile e necessita di continua assistenza, Laura, una maestra elementare alle prese con una classe multietnica, Mariso, imprenditore di successo con una ditta che annovera nella sua manodopera soprattutto immigrati, ha una sorta di relazione con una Nigeriana e tuona ogni sera un editoriale nella sua televisione privata contro l'invasione degli extracomunitari...
Uscito nel 2011, a quel tempo oggetto di critiche perché interpretato come un'accusa specifica a quel Veneto (più "ignorante" che razzista) che criminalizzava gli immigrati "ignorando" il loro contributo in termini di economia e di welfare. Rivisto oggi, non solo c'è la sensazione di aver abbondantemente superato ogni più pessimistica previsione in termini di "ignoranza" , ma anche che sull'Italia d'oggi non si possa più scrivere un pezzo in tono di commedia, tanto sono gravi e incomprensibili le evoluzioni del costume in questi così pochi anni successivi alla crisi economica.
Il film segue le voci dei tre personaggi: quella di Laura a favore dell'accoglienza, quella di Mariso in posizione decisamente contraria, quella di Ariele che invece sembra laicamente più pragmatico. Il problema qual è? che la storia, che ha un interessante incipit, poi stenta a decollare, non riesce ad essere efficace come vorrebbe, stagna in alcune parti, cerca di far ridere, ma ci riesce molto poco: insomma restano più interessanti le premesse che lo sviluppo e con un finale diremmo "democristiano" in cui - a suo modo - si accomoda tutto, comprese le vicende personali dei vari personaggi.
In tutto il film mancano quelle inquadrature, quei primi piani intensi, una qualche immagine forte; solo la scena di Ariele in taxi che litiga col tassista così ben fatta, ma avulsa come se appartenesse ad un altro film.
Insomma, si poteva fare meglio.
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