Regia di Francesco Patierno vedi scheda film
Tentativo maldestro di unire l'idea del film americano come Un giorno senza messicani (2004) alla satira dell'operoso ed ipocrita Nordest italiano, alla Signore & signori (1965). Oggi non è più il sesso la pietra dello scandalo, ma il razzismo e l'intolleranza per lo "straniero", che viene ipocritamente meno soltanto di fronte al cinismo e all'utilitarismo che insorgono quando ci si rende conto che con la sparizione degli extracomunitari vengono a mancare gli operai nelle fabbriche, gli infermieri negli ospedali, le badanti nelle case e perfino le prostitute nelle strade.
Il film di Patierno è dunque poco originale ed anche squilibrato, con personaggi che non convincono mai pienamente ed i cui legami sembrano artifizi per dare un minimo di interesse ad una trama che, sostanzialmente, non c'è.
E tuttavia, nonostante l'enorme differenza di valore rispetto al film di Germi (e Luciano Vincenzoni), ambientato nella bianca Treviso, il risultato, a quasi mezzo secolo di distanza è sempre lo stesso, cioè quello di fare incazzare i rappresentanti politici di quella terra, la cui ipocrisia è ben rappresentata dal personaggio di Abatantuono, che di giorno tuona contro i nègher, che vorrebbe rispedire indietro con i loro barconi, e di notte si apparta con una prostituta di colore.
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