Regia di Francesco Patierno vedi scheda film
Otto minuti di applausi a Venezia. Chissà che c'avranno da applaudirsi a 'sti festivals, forse perché sottoposti a file incrociate di ciofeche a ritmi industriali, come arriva un filmino appena discreto giù a spellarsi le mani, forse... sarà che io, otto minuti di applausi, manco al Van Basten dei tempi d'oro, con rovesciata al limite dell'area e rete all'incrocio dei pali... comunque carino, anche molto, questo film sostenuto da un'idea brillante, fin troppo direi, tant'è che rimarrà fiaba insoluta, supportata da un ottimo Abatantuono, industrialotto di grezza arroganza ma di animo tenero (osteggiato sulla piazza cinematografica italiana giusto da qualche capra leghista, e non me ne vogliano le capre...), dalla graziosissima Lodovini e da un esemplare Mastandrea, sempre più padrone della scena, stavolta nei panni di un poliziotto con l'istinto teneramente vulnerabile da Giustiziere della Garbatella alla riconquista dell'amore perduto.
Certo che bello, pensi, se invece degli extracomunitari, che mandano avanti il sottobosco della nostra quotidianità (mercati, assistenza familiare, bassa e bassissima manovalanza), sparissero di botto tutti i politici e gli amministratori corrotti, quello si, sarebbe un “buco” salutare... anche se rischieremmo di rimanere in pochissimi a farci compagnia.. eh eh
Ma il film resta monco, come fatto notare anche da M Valdemar, e solo per poter giustificare il lieto fine della coppia Lodovini/Mastandrea; e che ci importa se lasciamo nel buco nero una milionata di extracomunitari... insomma idea da cinque stelle ed epilogo da due, le quattro finali gliele concedo per casereccissimo arrotondamento algebrico e per simpatia folle verso l'eclettico Mastandrea, ma si può fare decisamente di più, che so, proviamo a far sparire tutti gli iuventini?
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