Regia di Francesco Patierno vedi scheda film
Un industriale veneto leghista di nome Mariso Golfetto (gia' si ride solo dal nome) che possiede una tv privata sulla quale si diletta con ciclica puntuale abitudine a divulgare monologhi deliranti e invettive contro gli immigrati che invadono ogni aspetto della vita di tutti i giorni, pronosticando per loro punizioni bibliche apocalittiche, si trova ad essere considerato come la causa scatenante della sparizione di tutti gli extra-comunitari dopo un potente temporale in una buia notte di tempesta.
Aspettavamo un po' al varco l'interessante giovane regista Patierno: alla terza opera dopo il notevole esordio di Pater Familias e il mezzo passo falso de Il mattino ha l'oro in bocca, forse piu' un film su commissione, che un'opera di necessita' personale. Ci interessava poter formulare dentro di noi un giudizio definitivo sul suo conto, ma con questo film, purtroppo solo gradevole come una favola brillante e sagace, non ce la sentiamo ancora.
Certo avere nel cast un duo come Abatantuono e Mastrandrea (che pero' non hanno alcuna scena in comune o quasi) crea alte aspettative, ma e' anche vero che i due grandi attori sono gia' stati tante volte cosi' bravi e brillanti che in questo caso appaiono divertenti e in parte ma niente piu', senza quelle scintille che ormai tutti davamo per scontate.
Il tema e' caldo, il tono e' quello della commedia divertente, sapida che non rinuncia a mettere sul ridicolo episodi o atteggiamenti di costume che ancora oggi fanno del nostro Paese un'italietta provinciale, gretta e ignorante.
Siamo comunque sulle orme di bravi registi medi come Salce e Loy, che l'Italia vera, quella dei poveracci e degli ingenui, quella dei furbi e degli approfittatori, hanno saputo raccontarla anche meglio dei piu' grandi, blasonati e celebri maestri del nostro cinema piu' riconosciuto e apprezzato all'estero.
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