Regia di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo vedi scheda film
Boris. Il film - sti ca***!!! - non la manda certo a dire.
Quando il piatto piange (ovvero, se il cinema di impegno civile ha l’effetto di un toccasana per le coscienze, ma di una sciagura per le tasche di chi lo finanzia) non c’è altra scelta: cinepanettoni tutta la vita!
Dunque Boris. Il film, oltre ad essere una gran bella commedia (ogniqualvolta sulla scena irrompe Stanis - alias Gianfranco Fini, alias Pietro Sermonti - c’è da spanciarsi dalle risate, ma le situazioni comiche/tragicomiche, invero, non si contano), è soprattutto una dissacrante parodia di un certo ben noto cinema italiano, nonché - non bastasse - satira di quello spaccato di società che nel cinema più trash che si conosca trova le risposte che cerca.Da “L'Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti….” alla sagra cinematografica della pernacchia il passo - dichiara apertamente il film - appare brevissimo e, una volta compiuto, difficilmente si torna indietro (tanto che a dieci anni dall’avvento del III millennio - e a 20 dalla famosa “discesa in campo” - non pare sia cambiato granchè). Ogni velleità artistica e così pure quel po’ di imbarazzo che originariamente veniva provato nel girare certe scene avvertite come pacchiane e un po’ grottesche (come quella iniziale, al rallenty), svanisce, come d’incanto.
Buona la prima e… bucio de culo per tutti !!!
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Vero, gran commedia/parodia del malcostume del nostro cinema attuale (sarà per questo che in sala non se l'è filato nessuno?) ... scene cult a perdifiato, ma sono morto dal ridere (duro e amaro) soprattutto quando Renè (Francesco Pannofino) adotta lo stratagemma della moltiplicazione per tirare fuori l'espressione giusta, ed impossibile da ottenere in altro modo, dalla "cagna" Corinna (Carolina Crescentini, bravissima a stare al gioco (al massacro)).
:D
Vero Daniele, il cinema di denuncia sociale (dietro la maschera della parodia/satira) ha davvero vita dura ora più che mai che le tasche sono vuote e al cinema si vanno a vedere solo le certezze - o le presunte tali -... tipo Checco Zalone per intenderci (un fenomeno sociologico da far studiare nelle università). Però c'è anche da dire che forse i distributori hanno sottovalutato il "fattore Pannofino". Se si spargesse la voce in lungo e in largo che Pannofino è l'unica, inconfondibile, ufficialissima voce italiana del buon vecchio George (oltre che - ma in questo caso si richiede una sana passione per il doppiaggio - di innumerevoli altri grandissimi attori) chissà il pubblico femminile come accorrerebbe...Quanto alla scena della moltiplicazione (per di più fatta, dopo qualche secondo di troppo, - e urlata - in modo sbagliato) rappresenta una di quelle tante gustose gag che rendono questo film davvero bello. Ciao! :)
Purtroppo mi sa che sopravvaluti il pubblico italiano ... del fatto che Pannofino sia un doppiatore sopraffino non gliene può fregare nulla a nessuno (per inteso dicendo così indico il pubblico becero che affolla le sale giusto 2/3 volte l'anno e che magari vedendo Pannofino non vedrebbero nemmeno i film con Clooney) ed anche questo film, forte del successo televisivo, ha avuto quasi 400 sale a disposizione all'esordio ... completamente, o quasi, disertate.
Purtroppo non sappiamo nemmeno più riderci addosso, meglio un peto o le solite schermaglie di coppia ... se appena si legge un retrogusto amaro la gente scappa.
Come si dice in questi casi, teniamo duro, tempi migliori arriveranno, forse ...
;-)
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