Regia di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo vedi scheda film
Finalmente un film italiano che mi ha completamente soddisfatto: i tre registi, partendo dall'omonima fortunata serie televisiva, riescono, tramite lo strumento del cinema nel cinema, a fare della satira non solo di un mondo che dimostrano di conoscere assai bene, ma anche di un paese ormai in crisi di idee.
Battute folgoranti, situazioni paradossali e un umorismo finalmente di grana fine, lontano dalle commediacce e dai cinepattoni pecorecci a cui fanno il verso.
In un cast dove anche le parti più esigue hanno una loro importanza, si pensi a Rosanna Gentili nel ruolo dell'attrice afona Marilita Loy - a mio avviso una caricatura di Laura Morante - o a Claudio Gioè nei panni dell'attore tossicodipendente Francesco Campo, sono Francesco Pannofino (il regista René Ferretti), Pietro Sermonti (il vanitoso attore Stanis) e Antonio Catania (Diego Lopez) a guadagnarsi la palma dei migliori.
Per tornare ai dialoghi, alcune perle: quando, uno dei tre sceneggiatori, vincendo a poker l'Oscar di Nicola Piovani, afferma: 'Lo dicevo che, prima o poi, avrei vinto l'Oscar!'; al funerale di Francesco Campo, un collaboratore di René, guardando il suo cellulare, dice: 'Non c'è campo'; un'entusiasta Antonio Catania, mostrando gli uffici della casa di distribuzione a Pannofino-René, per avvalorarne l'importanza, sostiene che 'in questo cesso ha urinato Antonioni...'.
Voto: 8.
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