Regia di Benedek Fliegauf vedi scheda film
Womb è uno di quei film di fantascienza cosiddetta riflessiva, perché non punta sull'azione o sul pericolo proveniente da altri mondi, ma si interroga sulle prospettive e sulle potenzialità della scienza e, in definitiva, sull'uomo stesso e sui suoi destini.
Si può dire che Fliegauf punta più a Tarkovskij (quello di Solaris e di Stalker) che a George Lucas.
Il problema, verrebbe da dire, è che il regista si prende eccessivamente sul serio, il tono è cupo e la fantascienza anche troppo riflessiva. Riciclando la vecchia critica che veniva mossa a Tarkovskij dai suoi censori dell'apparato sovietico, si potrebbe rimproverare a Fliegauf un eccessivo estetismo (un po' troppo simile, per i miei gusti, a quello di Shyamalan) delle immagini, non riscattato a dovere da dialoghi tutto sommato banali.
Resta il nocciolo della questione, cioè la scienza e se essa abbia il diritto di entrare in conflitto - e comunque metterla in discussione - con la morale tradizionale. Ovviamente la risposta, per come la domanda ci viene posta da Fiegauf - forse non tenendo abbastanza conto del fatto che sia la scienza che la morale cambiano nel tempo -, deve essere negativa. Però si vorrebbe dal regista maggior rigore nell'esposizione dei fatti: a me, per esempio, non è riuscito di capire se si parli di clonazione o di fecondazione in vitro post mortem (o di entrambe? ma funziona davvero così?). La scienza, comunque, ci dice il regista, non può spingersi fino ad assecondare il puro egoismo umano. Il ventre della madre può arrivare a partorire un nuovo Gesù Cristo, ma non un nuovo Edipo. E su questo si può anche essere d'accordo. Oppure no.
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