Regia di Alan Parker vedi scheda film
Classico caso di occasione mancata, in cui davvero dispiace dover dare un giudizio negativo. Non si capisce perché in questo film il registro sia bloccato su un tono sprezzante ed ottuso che, oltre a risultare tedioso, sbarra completamente la strada all’analisi delle ragioni storiche, psicologiche e sociali della segregazione razziale nel sud degli Stati Uniti. Il tema delle radici dell’odio non è adeguatamente sviluppato, neanche sul piano drammatico, che Alan Parker colpevolmente trascura, per puntare tutto sulla tragica spettacolarità delle scene di violenza (fisica e mentale) e distruzione. La vicenda si regge su una cruda politica dell’”occhio per occhio, dente per dente”, che lascia esattamente il tempo che trova, e non serve nemmeno ad alimentare la tensione. I testi non sono granché, e la traduzione in italiano - molto approssimativa - dà loro il colpo di grazia.
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